Venezia, 1 settembre – Nell’ambito della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia si è svolta la tavola rotonda “La Critica Cattolica: parole, opere e (o)missioni”, promossa dalla Fondazione Ente dello Spettacolo, a cura Federico Pontiggia, giornalista e critico cinematografico della Rivista del Cinematografo.
L’incontro ha rappresentato il primo passo di un percorso di riflessione che condurrà, nel 2026 a Roma, a un grande convegno di studi dedicato allo stato dell’arte della critica cattolica, alle sue prospettive future e al suo ruolo nel dialogo tra fede, cultura e Settima Arte.
Al centro del dibattito un interrogativo cruciale: “Cos’è oggi la critica cattolica?”.
Nel suo intervento, don Davide Milani, presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e direttore della Rivista del Cinematografo, ha dichiarato: «Quello di oggi è solo l’inizio di un cammino di riflessione che desideriamo intraprendere insieme. Non perché ci sentiamo autorizzati più di altri a parlare di critica cattolica, ma perché vogliamo metterci al servizio di questo dibattito. La domanda che ci guida è semplice e, allo stesso tempo, radicale: cosa significa oggi essere cattolici quando parliamo di critica cinematografica? Viviamo in un’epoca in cui gli strumenti e i linguaggi della critica si moltiplicano, trasformandola profondamente, a volte persino annacquandola. Ma l’aggettivo “cattolica” ci interroga ancora di più. Nei prossimi mesi continueremo questo percorso, insieme a quanti operano nelle redazioni e nelle testate di ispirazione cattolica, per comprendere non solo come fare critica oggi, ma soprattutto quale testimonianza di fede e di sguardo possiamo portare nel dialogo con il cinema».
A seguire, Alessandra De Luca, giornalista e critica cinematografica di Avvenire, ha sottolineato: «Esercitando la critica, ho imparato a interrogarmi costantemente sulle grandi domande dell’uomo. Parlare di critica cattolica, per me, significa cercare quei temi universali che toccano il senso dell’esistenza, ma farlo con un atteggiamento aperto al dialogo con il mondo laico. Non so se oggi sia ancora possibile parlare di una vera e propria ‘critica cattolica’ nel senso tradizionale del termine; credo però che si possa e si debba parlare di una sensibilità particolare, capace di cogliere e valorizzare certi temi che accomunano credenti e non credenti».
Rosario Tronnolone, critico cinematografico e conduttore radiofonico di Radio Vaticana, ha aggiunto: «Condivido l’idea che non si tratti di prendere posizione in uno schieramento, ma di coltivare una sensibilità. Credo che la nostra missione sia intuire e rendere percepibile il senso religioso che spesso si cela alla base delle opere cinematografiche, ma che talvolta appare offuscato. Fare critica, per me, significa riuscire a portare alla luce la domanda di senso che abita il cinema e la vita, offrendo agli spettatori la possibilità di riconoscere e verificare questa ricerca che ci accomuna. Forse la nostra vera vocazione è proprio questa: rendere trasparente ciò che nel cinema contemporaneo rimane spesso nascosto».
Sono intervenuti anche giornalisti e critici di altre testate e associazioni, Fabio Falzone (Tv2000), Sergio Perugini (Agensir), Gian Luca Pisacane (Famiglia Cristiana), Giancarlo Zappoli (MyMovies), Marco Vanelli (Cabiria), Marina Sanna (Rivista del Cinematografo), Annamaria Pasetti (Acec), Francesco Crispino (Acec), Gianluca Arnone (Rivista del Cinematografo), Peter Ciaccio (pastore metodista), don Renato Butera (docente Pontificia Università Salesiana), don Davide Brambilla (Rivista del Cinematografo), Valerio Sammarco (Rivista del Cinematografo), Lorenzo Ciofani (Rivista del Cinematografo), Alberto Di Giglio (regista), Giacomo D’Alelio (Corallo Sat) che hanno contribuito a porre le basi per un confronto aperto e condiviso che troverà la sua prosecuzione nel convegno che si terrà in primavera a Roma nel 2026.

