Bari, 23 marzo- “Lo abbiamo girato prima di C’è ancora domani”. Ludovica Martino protagonista de Il mio posto è qui, presentato in anteprima al Bif&st di Bari e dal 25 aprile con Adler Entertainment al cinema, ci tiene a precisarlo perché la storia di emancipazione femminile per certi versi ricorda quella del film campione d’incassi e pluripremiato al botteghino.
Siamo nell’Italia del dopoguerra e finalmente tra poco le donne potranno votare. Marta (Ludovica Martino) è una giovane ragazza madre, “macchiata tra virgolette da questo peccato di essere rimasta sola perché il suo compagno è morto in guerra e quindi in un certo senso è la vergogna del paese”, dice Ludovica Martino, fresca vincitrice del premio come miglior attrice protagonista al Bif&st e già vincitrice del Nastro d’argento nel 2021 con Skam Italia e di un Ciak d’oro come protagonista dell’anno in una serie tv. “Questa era una buona occasione per interpretare un ruolo complesso e pieno di sfaccettature- racconta-. Marta è una donna forte che lentamente capisce come costruire il proprio futuro. Vive tante emozioni dall’esclusione alla speranza e all’amore, la voglia di riscattarsi fino a un finale un po’ agrodolce verso un nuovo possibile futuro. È stato emozionante”.
Diretto da Cristiano Bortone e Daniela Porto, quest’ultima anche autrice del romanzo omonimo da cui è tratto il film pubblicato da Sperling&Kupfer, il film racconta con verità e coraggio e un taglio fortemente realistico una storia di amicizia ed emancipazione ambientata nella Calabria rurale degli anni ’40, sullo sfondo dei cambiamenti sociali dell’Italia del dopoguerra. “Per fortuna che c’è questo filone di film sulle donne, come C’è ancora domani. In questo momento abbiamo aperto il vaso di Pandora e adesso deve uscire tutto. Per anni abbiamo subito il patriarcato e la cultura italiana è stata questa. Ora l’onda va in un’altra direzione, che è quella dell’emancipazione e del voler dire dei no forti. La società è patriarcale e viene da anni di patriarcato. C’è bisogno di tempo, ma noi con il cinema possiamo dare voce e cambiare le cose”.
E poi: “Il cinema segue il flusso della società. Si sta migliorando, ma è un processo lento. Si stanno facendo piccoli passi, anche le registe donne sono sempre di più. Ci vuole tempo per un vero cambiamento. Di sicuro siamo sulla giusta strada. Ora non mi chiedono più solo quale è il regista maschio con cui voglio lavorare, ma anche quale è la regista femmina. Sempre più grandi serie, magari prodotte da kolossal, vengono affidate a registe donne e con protagoniste femminili”.
Prossimi progetti? “A fine maggio farò una miniserie su Guglielmo Marconi di due puntate al fianco di Stefano Accorsi. Io sarò la protagonista, ma non posso dire altro. Comunque meglio fare una bella serie che un film brutto. Amo il cinema e mi piace andare in sala, ma ho anche piacere a vedere una serie tv sul divano con i pop corn. Anche la differenza tra serie e cinema sta cambiando. Non c’è più questo gap e lo snobismo nei confronti delle serie”.
Infine conclude: “Mi innamoro dei ruoli che leggo e che hanno tante sfaccettature. Sono molto interessata alla psicologia dei personaggi. Faccio psicoterapia da anni e mi piace l’argomento. All’inizio ho studiato recitazione per hobby. Mi piaceva imparare i monologhi e fare dizione. Poi è diventata una vera e propria passione e ho deciso di fare l’attrice”.