Roma, 15 dicembre- “Una riflessione sulla sensibilità maschile”. È 50 Km all’ora, la nuova commedia diretta da Fabio De Luigi nelle sale dal 4 gennaio distribuita da Eagle. Un road movie che vede lo stesso De Luigi protagonista al fianco di Stefano Accorsi.
Vestono i panni di due fratelli, che dopo la morte del burbero padre (Alessandro Haber), si ritrovano a bordo di due motorini scassati, attraverso la loro terra, ovvero l’Emilia Romagna, a ricostruire nel presente un legame andato perduto.
Prodotto da Iginio Straffi e Alessandro Usai, il film è una produzione Colorado Film in associazione con Sony Pictures International Productions (la prima di un film italiano che andrà nelle sale) ed è un’opera realizzata con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission. In collaborazione con Prime.
Nel cast anche Elisa Di Eusanio, Giorgia Arena, Barbara Abbondanza, Miriam Previati.
“Questo è un film che riflette sulla fratellanza- dice Stefano Accorsi-. Viaggiamo attraverso la nostra terra, l’Emilia, e anche questa è stata una scoperta perché alcune parti non le conoscevamo”.
E Fabio De Luigi, che ha scritto anche la sceneggiatura a quattro mani insieme a Giovanni Bognetti, aggiunge: “Il copione poteva essere preso come un’occasione per fare un film cartolina. Ma abbiamo deciso di raccontare più questi due fratelli e di ambientarlo tutto in Emilia viaggiando dai 2000 metri all’Adriatico. Volevo che il riavvicinamento avvenisse durante il viaggio e non ci fosse un vero e proprio momento di chiarimento. Questo è un viaggio di formazione fuori tempo massimo, dovrebbero essere già formati, ma ancora non lo sono. Girare alcune scene non è stato semplice era il periodo delle alluvioni e da due settimane diluviava, abbiamo modificato alcune location, ma la situazione plumbea si sposava bene con il momento perché nel film moriva mio padre”.
E poi: “Se faccio questo lavoro lo devo anche a mio fratello Danilo. È più grande di me di dieci anni, ma insieme facevamo fin da piccoli tanti sketch. Gli devo molto perché io sono cretino, ma insieme ci davamo man forte”.
Infine conclude: “Un sequel? Magari, me lo auguro”.