Roma, 20 ottobre (Red. Cin.)- “Ho voluto raccontare alcuni personaggi pieni di ansie, che volevano placare, fino a che arriva l’ansia più grande che sovrasta tutti che è questo grande caldo”. A parlare è Ginevra Elkann che alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Grand Public ha presentato la sua opera prima dal titolo ‘Te l’avevo detto’.
Tante le protagoniste, tutte donne, interpretate da Valeria Golino, Valeria Bruni Tedeschi, Alba Rohrwacher e Sofia Panizzi. Ognuna con un problema: chi di alcolismo, chi di bulimia, chi è semplicemente molto ossessiva. C’è una sorta di cecità che coinvolge tutte. Con che stato d’animo vi siete approcciate al vostro personaggio?
“Io sono ansiosa, ossessiva, angosciata perciò mi sono sentita sullo stesso piano del mio personaggio. Le mie ansie non vanno proprio nella psicosi come lei però mi avvicino. È stato abbastanza naturale”, risponde Valeria Bruni Tedeschi. E Valeria Golino: “Il mio è un personaggio distante da me che mi ha fatto avvicinare ai miei stessi pregiudizi sbaragliandoli. Tutto quello che mi sembrava distante non lo era poi così tanto. Mi sono accorta che Pupa, con la sua ossessione del corpo e il suo lavoro da porno star, è un personaggio che alla fine mi è molto più vicino di quanto io pensi. Basta cambiare prospettiva”.
“Tutti questi personaggi meriterebbero un film tutto per loro. Caterina è un personaggio che mi ha lasciato moltissimo. Lei dipende dall’alcol, io no. Ma sapevo dove andarla a cercare. È un personaggio per il quale sento una grandissima tenerezza. Vorrebbe stare dentro una scatola e in questa giornata prova a uscire da quella scatola, ma non ci riesce”, dice Alba Rohrwacher. “Il mio è un personaggio che parla alle ragazze della mia generazione. Mila sfoga la sua ansia sul cibo e questo la porta a confrontarsi con il suo corpo che tenta di nascondere”, spiega Sofia Panizzi.
Nel cast anche però alcuni uomini, tra cui Danny Huston, nei panni di un prete un po’ particolare
(“Sono cresciuta in una casa in cui venivano molti preti. Veniva spesso un prete che beveva e mangiava molto, era lascivo nei suoi modi. Volevo rendere questo uomo umano e dare a Bill, che è il prete, questa umanità”, dice Ginevra Elkann) e Riccardo Scamarcio, nel ruolo dell’ex marito di Mila.
Sulla genesi del film, Ginevra Elkann racconta: “Questo film è stato pensato in un’estate di grandissimo caldo. Lo abbiamo scritto con Chiara Barzini e Ilaria Bernardini durante la pandemia in una sorta di grande seduta psicoanalitica”. E Ilaria Bernardini: “Come dice Ginevra è stata come una lunghissima sessione psicoanalitica durante la quale abbiamo attraversato molte delle nostre ansie e paure e dei nostri traumi. Sono personaggi che raccontano molto di noi e della nostra sensazione di vuoto. Madri, nonne e sorelle che sono l’incontro di tutte le cose che ci siamo raccontate. Questa nebbia e questo caldo portano alla luce la verità e il centro di questo dolore. Tutti i personaggi sono riusciti fino a quel momento ad anestetizzarsi con il cibo, con l’alcol, con l’amore, con il consumo in generale bulimico e ossessivo”. “Abbiamo lavorato sull’idea di avere le spalle al muro- precisa Chiara Barzini-. Questo caldo prorompente spinge i personaggi a raccontare la propria verità nascosta. È stato incredibile perché abbiamo lavorato a questo film durante il lockdown: un momento di chiusura dove ci si è dovuti confrontare per forza con la propria essenza. Sembrava andare di pari passo con la storia che stavamo raccontando. Tutto era correlato. Raccontiamo con tono leggero un momento in cui i nodi vengono al pettine”.
Il film, prodotto da Lorenzo Mieli e Simone Gattoni e distribuito da Fandango Distribuzione a febbraio, è ambientato a Roma. “È una storia che vuole raccontare un problema più grande che è quello climatico. Roma è perfetta perché è una città eterna. Una città che racconta perfettamente la costruzione, ricostruzione, sedimentazione e i vari cicli”, conclude Ginevra Elkann.
Credit: Francesca Fago