Roma, 17 giugno- 100 Autori, ANAC e Writers Guild Italia divulgano i risultati di un sondaggio dal quale emerge la grave crisi del settore. Compensi scarsi che non consentono di dedicarsi integralmente alla scrittura di un’opera, contributi quasi inesistenti che allontanano la prospettiva di una pensione dignitosa e un gender gap mostrano quanto ancora sia lunga la strada da percorrere. È il quadro allarmante che emerge dal sondaggio realizzato da 100 Autori, ANAC e Writers Guild Italia, le tre associazioni sindacali rappresentanti dei professionisti che scrivono e dirigono film, serie TV, documentari, animazione, web series, videogiochi in Italia, in vista dell’accordo sul PRIMO CONTRATTO NAZIONALE PER REGISTI E SCENEGGIATORI.
Oltre 700 autori, professionisti altamente specializzati del comparto audiovisivo iscritti a 100Autori, ANAC e WGI, divisi tra 430 sceneggiatori e 278 registi, hanno risposto al sondaggio proposto tra il 6 e l’11 maggio, i cui risultati rappresentano ora la base per una negoziazione che tenga conto delle esigenze e dell’impegno reali e concreti delle categorie nella realizzazione delle opere di ingegno. Dal sondaggio la forte presenza maschile (il 67,1% dei partecipanti) evidenzia l’esistenza ancora di un significativo gender gap che conferma la difficoltà di accesso alla professione da parte di altri generi.
L’età dei partecipanti è ripartita equamente in tutte le fasce: il 28% ha un’età compresa tra i 36 e i 45 anni; il 27,5% tra i 46 e i 55 anni; il 22,5% tra i 26 e i 35 anni; il 20,7% oltre i 55. Tuttavia, dato l’alto livello di formazione richiesto per entrare nel mondo del lavoro in qualità di autori e vista la difficoltà ad ottenere la stipula di un contratto, non stupisce la leggera flessione delle percentuali di professionisti appartenenti alla fascia di età entro i 25 anni. Solo poco più della metà dei partecipanti al sondaggio ha firmato il suo primo contratto più di 10 anni fa. Il 17,5% dei partecipanti ha firmato il primo contratto meno di 10 anni fa, il 21,7% meno di 5 anni fa e quasi il 6% del totale non ha ancora firmato un contratto. Questi dati sottolineano la necessità e l’urgenza di uno strumento come il CONTRATTO NAZIONALE anche per impedire lo sfruttamento del lavoro dei giovani autori.
Sul versante retributivo, il sondaggio ha evidenziato che gli attuali contratti tra autore e produzione compensano solo in parte, o per niente, la fase di creazione dell’opera che diventa, così, “invisibile”. I risultati del questionario hanno inoltre evidenziato la notevole discrepanza che separa la durata dell’ingaggio e la quantità di impegno richiesto dal compenso previsto. Il 19% dei registi e delle registe che lavorano nel cinema in opere prime ha ricevuto un compenso complessivo inferiore a 10.000 euro, mentre per gli sceneggiatori e le sceneggiatrici emerge un compenso nettamente inferiore rispetto ai colleghi europei, basta pensare che oltre l’89% delle opzioni su un soggetto per lungometraggio viene retribuita con un massimo di 5.000 euro.
Sul versante contributivo le risposte dei partecipanti hanno confermato l’oggettiva difficoltà di registi e sceneggiatori a garantirsi il diritto alla pensione, anche a fronte di versamenti contributivi importanti. Oltre la metà degli autori non ha mai conseguito l’annualità lavorativa ai fini pensionistici negli ultimi cinque anni di attività, nel caso degli sceneggiatori questo dato arriva a coprire quasi sei lavoratori su dieci. In sintesi, solo poco più di un autore su dieci raggiunge ogni anno le giornate lavorative necessarie. La negoziazione e la stipula di un contratto di sceneggiatura o regia sono fasi delicate, che possono determinare il futuro economico e professionale di un autore e che richiedono un’altissima professionalità da parte di chi lo rappresenta. Molti professionisti si avvalgono della mediazione di agenti, avvocati o altri rappresentanti nelle loro contrattazioni, ma una media di circa 15 autori su 100 gestisce ancora da sé la negoziazione con la controparte. Il quadro che emerge mostra come sia necessario intervenire quanto prima per mettere fine alle storture di un sistema dove mancano regole e riferimenti chiari.