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‘Il più bel secolo della mia vita’ cambia la ‘Legge dei 100 anni’

Roma, 15 marzo- (di Giulia Lucchini) “È una grande soddisfazione per me come attore aver potuto partecipare a un progetto che può produrre un cambiamento significativo come una legge. Non tutti i desideri sono un diritto, ma qui è il desiderio che stabilisce il diritto”. A parlare è Sergio Castellitto, protagonista de Il più bel secolo della mia vita, un film sulla così detta “Legge dei 100 anni”, ovvero una legge che stabilisce nel caso di figlio non riconosciuto alla nascita (chiamato anche N.N.) le informazioni concernenti l’identità dei genitori biologici possono essere fornite all’esercente solo dopo il compimento del centesimo anno di età.

Insomma una legge, unica in Europa e condannata sia dalla Corte di Strasburgo, sia dalla Corte Costituzionale, che in sostanza vieta a un figlio non riconosciuto, nato nel nostro Paese, di conoscere la sua storia familiare.
“Una ferita che lacera dentro negli anni e che può creare danni psicologici- dice il regista del film Alessandro Bardani-. Ci vuole un giusto bilanciamenti tra il diritto all’anonimato e il diritto alla conoscenza. Molte donne sono state costrette a lasciare i propri figli perché magari non erano sposate o perché bollate nella reputazione da un contesto sociale ormai passato. Sappiamo ora che oltre il 95% dei ricongiungimenti familiari vanno a buon fine”.
Nella Sala dei Caduti di Nassiriya presso il Senato della Repubblica, su iniziativa della senatrice M5S Elisa Pirro, si è tenuta la conferenza stampa sul tema “La legge del secolo e il diritto al riconoscimento delle origini”. “La ricerca delle proprie origini – osserva la senatrice Pirro – è un passaggio chiave nel processo di definizione della propria identità, per queste ragioni ho presentato una mozione volta a bilanciare i diritti dei figli di conoscerle con quelli delle madri che partoriscono in anonimato”.

E la presidente Associazione Figli Adottivi e Genitori Naturali Luisa Di Fiore dice: “ L’Associazione che rappresento è portavoce di migliaia di figli adottivi che vogliono vedersi riconosciuto questo diritto e siamo stati onorati di aver contribuito alla realizzazione di questo gioiellino cinematografico che ci ha visto al centro della scena a cui non siamo abituati”.

Le musiche sono state composte dal cantautore Brunori Sas. “Ho scritto questo brano partendo dalla suggestione della sceneggiatura. Questo è un film autentico che entra nel cuore delle persone e spero che possa stimolare il cambiamento di una legge”.
“Il vuoto normativo determinato dalla sentenza della Consulta deve essere colmato al più presto per assicurare, almeno, l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge che attualmente è vanificata dalle differenti prassi e dai diversi criteri interpretativi adottati dai singoli Tribunali per i minorenni in assenza di una regolamentazione avente forza di legge”, conclude il magistrato Alfonso Sabella.

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