Roma, 20 dicembre 2023- Il termine ‘audiodescrizione’ non è ancora registrato nei vocabolari e nelle enciclopedie. Provate a scriverlo sul computer, l’editor di testo lo sottolineerà in rosso. Una parola che non esiste, un mare inesplorato. Di questo e di tanto altro si è parlato alla presentazione del libro di Laura Giordani e Valerio Ailo Baronti dal titolo “Audiodescrizione. Il Signore degli Anelli. La compagnia dell’AD” (edito da Hoppy) che si è tenuta ieri alla Casa del Cinema di Roma.
La mole di informazioni che viaggiano sul piccolo e grande schermo sono tantissime, chi però è affetto da cecità parziale o totale non può avvalersi di molti audiovisivi. Le audiodescrizioni colmano questo vuoto, permettendo alle persone cieche e ipovedenti di poter fruire di un prodotto audiovisivo, e sono un importante strumento di accessibilità, ignorato da molti, sottovalutato dalle produzioni e disconosciuto dalla lingua italiana.
Oltre agli autori, tanti sono intervenuti durante l’incontro moderato dal giornalista Federico Pontiggia, tra questi: Toni Biocca, vicepresidente dell’AIDAC e presidente della Commissione Cinema della SIAE; Giovanni Serra, giurista e direttore delle Edizioni Hoppy; il professore Stefano Campa, lo psichiatra infantile Stefano Dell’Osso, la doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana Cristiana Lionello, il doppiatore Davide Perino, i due speaker ciechi Mario Loreti e Veronica Cosimelli e infine Laura Delli Colli, giornalista e critica cinematografica.
“Ho cominciato alla Rai nel 2009, all’epoca era l’unica che forniva questo servizio- racconta Laura Giordani-. Mi hanno chiamata in qualità di scrittrice e dialoghista per vedere se riuscivo a descrivere le cose più importanti in un film. Solo pochi sanno cosa sia un’audiodescrizione. Dobbiamo lottare costantemente nel mondo del cinema per fare capire quanto sia necessaria perché è inclusiva. È giusto che tutto quello che viene trasmesso al cinema e al teatro sia corredato dall’audiodescrizione, un lavoro creativo, un’opera dell’ingegno, un testo inedito elaborato da una mente e una traduzione intersemiotica che traduce le immagini in parole e non da una lingua all’altra. Noi siamo degli audiodescrittori altamente formati per questo lavoro, conosciamo il linguaggio filmico, il doppiaggio e le priorità dei fruitori”.
Non semplice amalgamare dodici teste (Beatrice De Caro Carella, Stefania Di Nardo, Valeria Palma, Francesca Paola De Girolamo, Chiara Merlonghi, Annalisa Cambise, Adriano Mainolfi, Matteo Gravina, Tommaso Favretto, Flavio Marianetti e Francesco Ficchi) sulla trilogia dei film de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson, tratta dall’imponente romanzo di Tolkien, questo piccolo saggio, illustrato da Flavia Caputi, sull’audiodescrizione su un mestiere di cui non si sa nulla, ancora privo di regolamentazione contrattuale, ci porta dentro questo mondo sconosciuto.
“L’audiodescrizione rientra nel campo della scienza della traduzione. Mi sono reso conto che è un mare inesplorato e siamo andati alla ricerca dell’ignoto. È stato bello”, dice Valerio Ailo Baronti.
“Ci misi tre turni ovvero nove ore per fare cinque minuti, certo avevo una colonna guida strepitosa ossia Cate Blanchett- racconta la doppiatrice Cristiana Lionello-. È un film che rimarrà un cult e ancora mi emoziona tantissimo. L’audiodescrizione a dispetto di quello che fanno i doppiatori non deve interpretare, ma deve rimanere più distante. È un testo che deve dare tutte le informazioni possibili. Non deve entrare nel mood del film, ma c’è l’anima di chi racconta”.
Infine conclude Laura Delli Colli: “Questo libro mi ha portato dentro un mondo e un tema molto importante: il fascino dell’audiodescrizione che viene fuori chiudendo gli occhi e provando a sentire, a capire, a guardare senza vedere. Mi ha fatto immedesimare nella compagnia degli anelli alla riscoperta di Tolkien. Gli audiodescrittori sono artisti della parola e dell’uso della parola. E che fanno un lavoro importantissimo legato all’inclusione e alla parte sociale”.