HomeARTICOLITFF il Versace di Calopresti come un’icona ‘rivoluzionaria’

TFF il Versace di Calopresti come un’icona ‘rivoluzionaria’

Torino, 25 novembre (di Giulia Lucchini)- “Gianni Versace è diventato una vera icona come Marilyn Monroe. Correndo dietro alla bellezza ha cambiato il mondo”. A dirlo è Mimmo Calopresti che al Torino Film Festival ha presentato il suo nuovo film: Gianni Versace, l’imperatore dei sogni, in uscita in sala i primi di febbraio.
Un film che ha avuto una lunga gestazione, ben due anni, e che ha raccontato un personaggio super conosciuto in maniera diversa partendo da Reggio Calabria e dal suo rapporto con la madre.

“Io sono calabrese e torinese- dice Mimmo Calopresti-. Ho questa doppia anima. Ogni tanto torno in Calabria per fare dei film. Gianni Versace è ovviamente un personaggio enorme. È ancora oggi un’icona forte nell’immaginario di tutto il mondo. Per cui sono andato nella sua Reggio andando a cercare le sue origini, la sua idea di bellezza, la Magna Grecia, questa sua voglia di studiare e di arrivare lontano con il proprio pensiero e la propria sensibilità”.
Nella sua vita e nel suo viaggio iniziatico cominciato nel 1971 quando partì per Milano portandosi dietro il fratello Santo e la sorella Donatella, che diventano i suoi più importanti collaboratori, un ruolo importantissimo lo svolse sua madre, qui interpretata da Vera Dragone.
“Franca è sicuramente un personaggio atipico- racconta l’attrice-. Riesce a istradarlo verso una carriera ancor più di successo della sua che era una sarta molto conosciuta a Reggio Calabria, e riesce a farlo sognare e a farlo viaggiare. È stata un’imprenditrice ante litteram, una grande precorritrice dei suoi tempi. Pur non avendo avuto la possibilità di studiare è riuscita a creare un suo piccolo impero, una sua sartoria. È riuscita a costruire il suo marchio e questa sua artigianalità unita al suo estro e al suo talento è qualcosa che poi ha imparato Gianni. Lui è andato a bottega dalla mamma e ha imparato i trucchi del mestiere da lei, mentre lei ha intuito la genialità di questo ragazzo”.

Nel film giocano un ruolo importante sia la musica che il materiale di repertorio. “Per la musica ci siamo molto ispirati a quella che usava durante le sfilate- racconta Mimmo Calopresti-. Per esempio lui ha sempre amato molto Fabrizio De Andrè. Versace è sempre stato un rivoluzionario. Ha spogliato gli uomini con le cravattine e le donne con il cashmere, li ha messi in pista. Questa idea di trasformarle è stata la sua grande forza e l’uso della musica è stato fondamentale. Usava musica di avanguardia e aveva la capacità di vedere tutto quello che si muove intorno con grande velocità”. E poi: “Il montaggio è stato complicato perché ci sono tante informazioni messe insieme. C’è anche tanto materiale di repertorio. Fondamentale, in pellicola, quello di Sergio Salerni, il regista di Versace. Alcune cose non le ho potute mettere per esempio avevamo delle belle fotografie con Madonna ma chissà quando ci avrebbe risposto per darci i diritti”.

Ci sarà un sequel? “Un sequel sarebbe perfetto perché con un investimento si potrebbe raccontare in modo esteso il personaggio di Versace. E anche la sua morte. Ci vorrebbe perché questo film è un po’ ristretto perché lui ha poi conquistato Milano e il mondo”.

Intanto questo documentario poi si è evoluto in fiction uscirà in sala i primi di febbraio. Prodotto da Mariella Li Sacchi e Amedeo Letizia per Qualityfilm, ancora non si sa la distribuzione quale sarà.
Una cosa è certa: dopo l’esclusione del film dal cartellone della Festa del Cinema di Roma, i rapporti col co-produttore Minerva Pictures, di cui è presidente Santo Versace, potrebbero rasserenarsi. “Stiamo cercando un accordo con gli avvocati per continuare questo viaggio insieme con Minerva. Spero che troveremo un accordo anche per il bene del film. È un po’ complicato ma ci stiamo riuscendo”, dichiara Li Sacchi.
Nel film Gianni Versace è interpretato da Leonardo Maltese.

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