HomeARTICOLISerie tv: per Boni ‘Il metodo Fenoglio’

Serie tv: per Boni ‘Il metodo Fenoglio’

Roma, 21 Novembre (red,Cin,) -“Mi sono ispirato a Maigret, Sherlock Holmes…. Fenoglio crede poco alle coincidenze e vuole assicurarsi di avere tutti gli indizi per poter mettere sotto chiave una persona”: così Alessio Boni su Rai 1 da lunedì prossimo,27 novembre in quattro prime serate da un’ora e mezza con Il metodo Fenoglio dai romanzi di Gianrico Carofiglio”.

Il colpo d’occhio lo avvicina subito al protagonista dei libri di Fenoglio: non è consueto vedere un carabiniere che al posto della divisa indossa un maglione grezzo e che al posto di una pistola e un paio di manette usa pazienza e un modo di relazionarsi che non ha mai il tratto della violenza. D’altra parte, come ha spiegato Boni fin dall’anteprima all’ultimo Bifest il maresciallo Pietro Fenoglio ama la cultura e la musica classica, un vero letterato che diventa carabiniere quasi per caso e comunque un uomo non violento che non ama indossare neanche l’arma di rappresentanza”. E aggiunge il protagonista se Fenoglio chiede che la nuova rivoluzione sia la pazienza “ci vuole proprio la pazienza per districare la matassa di ogni ‘caso’”.

Ambientato nella Bari all’inizio dei ’90 con l’ìncendio del del Teatro Petruzzelli sullo sfondo, parla di un Sud nel quale qualcosa cambia: “C’era un morto al giorno, a Bari Vecchia non si entrava e pure le forze dell’ordine, allora, avevano paura. Era un mondo, come mi ha raccontato Carofiglio, in cui potevano farti saltare in aria da un momento all’altro”. Al suo fianco in squadra con Paolo Sassanelli, Antonio Pelecchia, l’appuntato esperto che incarna “la pancia” e lo spirito di Bari. La sua visceralità è un perfetto contrappunto del personaggio colto e appassionato di musica ed arte di Fenoglio. Due persone apparentemente diversissime ma che trovano unità nel loro ruolo di servitori dello Stato”. Nella vita privata lo affianca Serena, una compagna interpretata da Giulia Bevilacqua “una donna empatica – racconta l’attrice – ironica, indipendente, molto moderna per vivere al Sud in quegli anni” Diretta dal piemontese Alessandro Casale, la serie ha l’ambizione, come i libri di Carofiglio, di andare oltre il semplice poliziesco.

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