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“Interiors”: foto-paintings per Chiara Caselli artista

Roma, 6 Novembre (Romano Milani) – Le immagina, le costruisce, le scatta, le elabora, le stampa. Sono le “foto paintings” – come le definisce Michele Von Buren che le ha appena esposte con il titolo “Interiors” nella sua galleria romana di Via Giulia – di Chiara Caselli che ritroviamo fotografa dopo averla lasciata regista e attrice. Di film ne ha interpretati una quarantina. Dopo il debutto con Citto Maselli nel 1989, l’hanno diretta, tra gli altri, Marco Tullio Giordana, Peter Del Monte, Costa-Gavras, i fratelli Taviani, Francesco Nuti, Antonioni, Liliana Cavani, Sorrentino e da ultimo Pupi Avati nel 2021 in “Lei mi parla ancora”.

Nella regia e con successo, si è impegnata anche lei: nel 1999 con il cortometraggio “Per sempre” e nel 2017 con “Molly Bloom” da ”Ulisse” di James Joyce, presentato alla 73° Mostra del cinema di Venezia, che le sono valsi altrettanti Nastri d’Argento. Ed è proprio da Molly che inizia il percorso fotografico di una ricerca che prosegue oltre la Mostra che si è appena conclusa a Roma . Proprio la casa dove aveva girato il corto è stata venduta e svuotata, Chiara ci è tornata e ha fotografato ciò che era rimasto: “solo pareti tirate a stucco negli anni 40. Allora – aggiunge – ho ricreato un giardino incantato, che esiste da più di 2000 anni: il giardino di Livia a Palazzo Massimo di Roma. Sono affreschi e in quello, ma non solo, si sposano con la materia/muro della stanza di Molly”.

Il tema centrale delle opere (sono fotografie ma dimentichiamo quello che fa immaginare la parola) di Chiara Caselli – come spiega lei stessa – è l’assenza, a volte silenziosa a volte come un grido di dolore, che unisce lavori nati in tempi e mondi diversi. Il punto dal quale si irradiano i fili del racconto è l’immagine centrale della
mostra, la figura femminile a dimensioni naturali che accoglie i visitatori all’entrata. “Un racconto intrecciato da fili sottili e potenti, intimo e visionario – scrive Vittorio Sgarbi nella presentazione – con immagini sofisticate e di formidabile fascinazione in un racconto fatto di assenza…. In queste stanze di Chiara, vedrete voi stessi, troverete una parte della vostra anima”.
Anche come fotografa Chiara Caselli ha una pagella di tutto rispetto: ha esposto, infatti, in numerose personali e collettive tra cui al Padiglione Italia della 54° Esposizione d’Arte della Biennale di Venezia, al Festival Internazionale di Fotografia di Roma e a Tokio all’Istituto Italiano di cultura.
A produrre la mostra romana è Elisabetta Sgarbi – una figura centrale, vale ricordarlo, della cultura italiana che con la sua “Milanesiana”, fondata nel 2000, ha creato un laboratorio di eccellenza; di letteratura, cinema, musica, arte, scienza, filosofia – e potremmo dire, parafrasando Dante, che “galeotto” è stato il film di Pupi Avati.

E’ proprio la Sgarbi, infatti, che l’attrice impersona in “Lei mi parla ancora”. Un titolo che, con l’aggiunta di “Memorie edite e inedite di un farmacista”, troviamo sulla copertina del romanzo autobiografico scritto, su incoraggiamento della figlia e con la collaborazione di un ghost-writer, nel 2016 a 95 anni dal farmacista di Ro
Ferrarese Giuseppe Sgarbi (padre di Elisabetta e Vittorio), rimasto vedovo dopo 65 anni di matrimonio con l’amatissima Rina e morto a 97, dal quale è stato tratto il film.
Giuseppe, Nino per tutti, esordì nella narrativa nel 2014, all’età di 93 anni, con il memoir “Lungo l’argine del tempo. Memorie di un farmacista”, che gli valse il Premio Bancarella Opera Prima e il Premio internazionale Martoglio, cui sono seguiti “Non chiedere cosa sarà il futuro” e “Il canale dei cuori” oltre a “Lei mi parla
ancora”.

A farlo rivivere sullo schermo è un Renato Pozzetto da Nastro d’argento speciale. E per concludere, visto che siamo in tema, ricordiamo che anche Michele Von Buren, la proprietaria della galleria, ha conquistato, nel 2012, il Nastro d’argento: Migliore canzone originale. E’ l’autrice del testo, la musica è di Andrea Guerra, di “Un giorno questo dolore ti sarà utile”, interpretata da Elisa e colonna sonora del film omonimo diretto da Roberto Faenza.

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