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Al via il MedFilm Festival, un ponte sul Mediterraneo

Roma, 31 ottobre- “Questo è un anno molto particolare visto quello che sta accadendo e il nostro festival vuole essere una luce di pace, di ascolto e di accoglienza di tutte le sponde culturali del Mediterraneo, superando i dualismi nord e sud, est e ovest e via dicendo”. Così la direttrice Ginella Vocca alla presentazione della 29esima edizione del MedFilm Festival, che si svolgerà a Roma dal 9 al 19 novembre.

Dal Maghreb al Mashrek, da Gibilterra ai Dardanelli, dai Pirenei ai Balcani, per undici giorni di prime visioni, incontri, premiazioni, masterclass e meeting industry, accompagnati da più di sessanta ospiti internazionali, tra cui Angela Molina, Yousry Nasrallah, Faouzi Bensaidi e Leonardo di Costanzo. Il festival accoglierà le cinematografie di 40 paesi per un viaggio tra storie, culture e tradizioni da sempre intrecciate e vicine, per indagare, attraverso lo sguardo acuto e vaticinante di giovani autori e grandi maestri, il nostro tempo presente.

Svetta sulla narrazione la figura di Maria Callas, al centro dell’immagine ufficiale, un omaggio del festival nel centenario della nascita (2 dicembre 2023), alla soprana, voce del Mediterraneo. Immagine potente, mitologica, nella trasposizione realizzata dal video artista Gianluca Abbate, di un femminile profondamente connesso alla creatività, ma anche metafora della nascita di Europa, dalle acque del Mediterraneo. Insieme al Mediterraneo, ospite d’onore di questa edizione sarà la Spagna, in occasione delle celebrazioni per il Semestre di Presidenza spagnolo dell’Ue. L’omaggio offre un’articolata panoramica su temi e stili che animano il multiforme mosaico culturale e linguistico di questo Paese. Madrina d’eccezione l’artista Ángela Molina, icona del cinema spagnolo ed europeo, cui verrà conferito il Premio alla Carriera.

Otto i titoli in concorso, tra la dimensione intima e quella collettiva, provenienti da otto diversi paesi. Si va dal film di apertura, l’iraniano Endless Borders del pluripremiato regista Abbas Amini, una storia d’amore, di lotta e di redenzione al confine tra Iran e Afghanistan, all’israeliano The Vanishing Soldier di Dani Rosenberg e al tunisino Behind the Mountains di Mohamed Ben Attia.
Spiccano i due documentari della sezione: il libanese Dancing on the Edge of a Volcano di Cyril Aris e The Mother of All Lies, primo lungometraggio di Asmae El Moudir e candidato marocchino agli Oscar 2023. Sempre in concorso il
candidato yemenita agli Oscar 2023, The Burdened, del regista Amr Gamal.
Da Spagna e Francia arrivano gli ultimi due film in concorso, Matria e Le Gang des Bois du Temple: il primo, distribuito in Italia da Europictures, è l’esordio alla regia del galiziano Álvaro Gago; il secondo, a firma del franco-algerino Rabah Ameur-Zaïmeche.

Fuori concorso, nella sezione Atlante, l’anteprima internazionale Jours d’été, il ultimo film di Faouzi Bensaidi, presente al festival, una delle voci più interessanti e lucide del Marocco di oggi, liberamente tratto da il giardino dei ciliegi di Anton Čechov, il film è una lettera d’amore al suo paese in veloce trasformazione e alla sua compagnia di attori che da anni danno corpo ai personaggi dei suoi film. Fanno parte di questa sezione anche: il turco Nuri Bilge Ceylan con l’anteprima di About Dry Grasses, in concorso a Cannes 2023 e che verrà distribuito in Italia da Movies Inspired, e l’egiziano Yousry Nasrallah, che proporrà la versione restaurata, ancora in anteprima italiana, del suo capolavoro La Porte du soleil.

“Il Mediterraneo in questo momento è un contesto di guerre e lutti, questo festival ragiona di ponti e non di muri”, conclude Massimiliano Smeriglio, coordinatore della commissione per la cultura e l’istruzione del Parlamento Europeo.

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