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Venezia, Woody Allen e il suo ‘Coup de chance’

Venezia, 4 settembre- “Sono sempre stato molto fortunato, ho avuto due bravi genitori, che mi amavano, degli ottimi amici e una vita bellissima. Un matrimonio meraviglioso, figli, tra poco compirò 88 anni e non sono mai stato in ospedale. Quando ho cominciato a girare film tutti hanno enfatizzato le cose che facevo bene e sono stato molto lodato e rispettato anche come regista. Spero che continuerà questa fortuna, voglio dire è appena pomeriggio, chissà…”. A raccontarsi è Woody Allen alla conferenza stampa di presentazione del suo nuovo film : Coup de chance.

Fuori concorso a Venezia 80 il film si interroga sul ruolo del caso e della fortuna nelle nostre vite. Fanny (Lou de Laâge) and Jean (Melvil Poupaud) sono sposati e sembrano amarsi come il primo giorno del loro incontro. Se non che a un certo punto nella vita di Fanny arriva Alain (Niels Schneider) e qualcosa cambia…
Il film, scritto e diretto da Woody Allen, è girato a Parigi. “Fin da giovane i film che mi hanno più impressionato erano quelli europei: francesi, svedesi, italiani. Volevo fare film come gli europei e ho passato tutta la mia vita a cercare di fare film europei. Questo è il mio 50esimo film e volevo girarlo in Francia. Io non parlo francese, ma non mi interessava perché tutti gli attori parlavano inglese. Ho pensato di girare interamente in francese e mi sono molto divertito”.

È in un certo senso il sequel di Match Point? “È sullo stesso genere perché entrambi parlano di quanto è capricciosa la fortuna e di quanto abbia più impatto di quel che vogliamo ammettere. Entrambi i film ci dicono qualcosa di simile con storie diverse”.
Nel film sono presenti temi come l’omicidio, l’adulterio e il trionfo del caso, tematiche sono alla base anche del film Le regole del gioco di Jean Renoir. “Non ci avevo pensato prima di questo film. Sono sempre stato un grande ammiratore dei film di Renoir. L’adulterio, l’intrigo romantico, l’assassinio sono sempre state alla base del teatro e della drammaturgia fin dai tempi dei greci. È qualcosa che interessa le persone, le coinvolge e crea suspense. I miei film hanno sempre toccato tutti questi temi direttamente o indirettamente perché è la materia su cui si basa il teatro e la drammaturgia”.

E sul protagonista maschile. “Trent’anni fa ero io il protagonista dei miei ruoli. Parti che scrivevo per me. Sono sempre stato più bravo a scrivere i ruoli per le donne rispetto a quelli per gli uomini. Non so perché forse perché mi hanno influenzato intellettuali come Bergman che scrivevano ruoli femminili. Non sono mai stato in grado di scrivere particolarmente bene i ruoli maschili eccetto quelli che ho scritto per me”.
E sul tema della morte. “Contro la morte non si può fare nulla. Non possiamo lottarci contro. Alla fine metto il sottotitolo: non pensarci troppo. Perché non c’è via di fuga dalla morte, né attraverso la commedia, né attraverso la scienza, né attraverso filosofia. L’unica cosa che possiamo fare è non pensarci troppo”.

Infine conclude: “Io mi alzo la mattina. Faccio i miei esercizi. Poi faccio colazione e mi sdraio sul letto con carta e penna e scrivo e poi lo metto al computer. Faccio sempre così. Match Point era stato scritto per gli Usa poi mi chiamarono dalla Gran Bretagna. Qui sono dei francesi che abitano a Parigi. Girerò di nuovo a New York? Sì, ho una bellissima idea per New York”. Coup de chance, che arriverà in Italia prossimamente con Lucky Red (anche se venerdì 15 settembre Woody Allen presenterà il film al Cinema 4 Fontane di Roma).

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