HomeARTICOLIRuffini al cinema con 'Rido perché ti amo'

Ruffini al cinema con ‘Rido perché ti amo’

Roma, 28 giugno- “Quando si ama si ride”. A dirlo è il comico livornese Paolo Ruffini che porta in sala il suo nuovo film dal titolo ‘Rido perché ti amo’. Sarà al cinema dal 6 luglio distribuito da Medusa e lo potremo vedere a soli 3,50 euro perchéperché il film aderisce e rientra nell’iniziativa estiva di Cinema Revolution che include tutti i film italiani ed europei con una tariffa di ingresso per gli spettatori fissata ad un prezzo molto agevole.
Nel cast: Nicola Nocella protagonista nei panni di Leopoldo, un pasticcere di fama mondiale, concentrato solo sul lavoro, e Barbara Venturato, nel ruolo di Amanda, una coreografa che sta per sposarsi con lui. E poi ancora: lo stesso Paolo Ruffini, Daphne Scoccia, Greg, Enzo Garinei (nella sua ultima interpretazione), Loretta Goggi e Herbert Ballerina.

La storia racconta di Leopoldo e Amanda, innamorati fin da quando sono bambini. Ma venticinque anni dopo, proprio a una settimana di distanza dalle nozze, l’amore traballa e il matrimonio rischia di saltare.
“A me viene molto spontaneo parlare di cose belle, oggi- dice Paolo Ruffini-. Qui parlo d’amore, che è più contagioso del covid. Sì, è una favola un po’ bordeline, ma una fiaba verosimile, perché le nostre storie possono avere connotati fiabeschi:’sembra d’essere in un film’, quante volte l’abbiamo detto? Dico di più: il cinema deve avere il dovere morale di farci sognare, di portarci in territori più belli di quelli che siamo stati capaci di costruire in questa realtà”.

E aggiunge: “Rido perché ti amo non è solo una commedia romantica, in questo film c’è anche tutta la mia cinefilia, c’è metacinema, perché io interpreto una sorta di ultimo romantico che ha un videonoleggio, la Piazza del film è intitolata a Carlo Pedersoli… E arrivando ai titoli di coda, si conosceranno tutte le altre citazioni”.
Questa rom-com parla anche del nostro io bambino, che in qualche modo va sempre ascoltato e difeso: “parla del rendere felici l’io bambino che è dentro di noi”.

“Come riferimento cinematografico abbiamo avuto Il ciclone di Pieraccioni, ma anche tante commedie romantiche e i primi film di Nuti- racconta Nicola Nocella, che ha scritto la sceneggiatura al fianco di Ruffini-. Abbiamo poi invertito i classici ruoli per cui quello bello è in realtà l’amico del grassottello e non è il protagonista”. Poi interviene Greg: “Il film si svolge in un piccolo paesino che è una sorta di mondo immaginario. C’è il saggio, l’intellettuale, il matto, l’eremita. In questo caso c’è il cartolaio, che sarei io, ancorato a un mondo antico, dispensa consigli. È il saggio del posto a cui ci si rivolge ed è una figura che fa andare il bandolo della matassa nella direzione che deve prendere”. Nel film Ruffini continua il suo discorso inclusivo verso i ragazzi down, iniziato da tempo con lo spettacolo Up & Down. “Mi sembrava brutto fare un film sulla felicità senza persone con la sindrome di down che sono molto più felici di altre”, conclude.

Must Read