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Cannes 76: Jane Fonda, confidenze di un’antidiva

Cannes , 26 Maggio – “il mio segreto? Mangiare bene e dormire tanto, stanotte ho dormito 14 ore” dice  a Cannes, in una masterclass superaffollata Jane Fonda, una ragazza di 85 anni meravigliosamente in forma che non tinge i capelli grigi e ben curati come il suo look elegante e insieme informale, icona immutabile di una militanza politica fatta di impegno ambientalista e ancora oggi  leader di un femminismo più forte di qualsiasi denuncia #metoo.

Dei due Oscar® conquistati nella sua carriera  (per Una squillo per l’ispettore Klute e Tornando a casa) parla con più orgoglio  che della sua perfetta  ‘forma’ fisica che ha sfiorato la tentazione della  chirurgia plastica anche se l’attrice  confessa di non andarne fiera.

“Nel 1970 dicevo che il mondo dovrebbe essere in perpetua rivoluzione” dice. “Per gli attori è così. Quando stiamo per girare un nuovo film siamo in un passaggio che rende vulnerabili, come nel cuore di una rivoluzione”. Del resto “Noi siamo le star, tocca a noi farci sentire”. Jane Fonda, con disarmante sincerità, parla dei suoi film e di tanti attori che sono stati suoi compagni di set.  Di quando era innamorata di Robert Redford mentre giravano A piedi nudi nel parco,per esempio:”insieme abbiamo fatto quattro film, il problema è che lui non ama baciare. Era sempre di cattivo umore e pensavo fosse colpa mia ma un’ottima persona, un uomo intelligente, ha solo qualche problema con le donne ed è sempre di cattivo umore.

Di Alain Delon Jane Fonda racconta, invece, “che era il più bello del mondo” e  dice: “A lui, sì, che piaceva baciare…”.Poi parla dei suoi film e dei personaggi che ha interpretato : “Barbarella?

Oggi la rivedo più strana che sexy e mi sembra buffa, divertente…” Una squillo per l’ispettore Klute, invece, non voleva girarlo: “Nel ’73 passai una settimana a New York in mezzo alle prostitute. Non un solo cliente mi chiese di dormire con lui, allora ho detto: “Prendete Faye Dunaway, non sono adatta per il ruolo”. Però preparando quel pesonaggio scoprì che tutte le prostitute erano state abusate da bambine “e sono diventata femminista proprio per quel film: nella scena finale, quando lui sta per uccidermi, piangevo ma ero felice di aver capito cos’è il femminismo”.

Oggi continua a lavorare ma la sua vita di attricde “dipende molto dai progetti” dice. E aggiunge: “Sono troppo impegnata sulla crisi climatica per potermi dedicare totalmente al cinema. Dobbiamo prendere il potere ma per farlo ci vogliono i leader giusti. Credo che noi tutti abbiamo bisogno di avere un significato nella vita e l’attivismo mi dà me l’ha data”

Infine nell’incontro un cenno all’Italia conosciuta girando proprio  Barabrella e più recentemente

The Book Club. “Sono innamorata della gente, dell’architettura, del cibo, di Villa Borghese. Penso che gli italiani sono più felici perché hanno un sistema scolastico e una sanità gratuiti, c’è più uguaglianza, le persone sono più dolci e gentili. Con Diane Keaton e le altre attrici del film durante quel set siamo state molto ispirate dalla pasta e dal gelato. Sì io in Italia potrei vivere…”

 

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