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Al Bifest Veltroni, non nostalgia ma speranza nel futuro

Bari, 28 marzo 2023- “Non c’è nostalgia del passato, ma speranza per il futuro in questo film”. A dirlo è Walter Veltroni, che ha presentato in anteprima al Bifest di Bari il suo secondo lungometraggio di finzione, al cinema dal 30 marzo distribuito da Vision, sulla storia di Giovanni (Neri Marcorè), un sognatore ingenuo che si è risvegliato dal coma dopo trentuno anni.

La sua vita è in pausa dall’estate del 1984. Caduto tra le bandiere rosse di Piazza San Giovanni, durante il dolore collettivo per la morte del segretario del Pci Enrico Berlinguer, per colpa dell’asta di una bandiera finita tragicamente sulla sua testa, e risvegliatosi tra le pareti bianche di un ospedale cattolico sotto lo sguardo di Giulia (Valeria Solarino), una giovane suora che si è presa cura di lui negli ultimi anni della sua degenza, Giovanni si ritrova in un mondo a lui sconosciuto.
Tratto dall’omonimo libro di Veltroni ovvero Quando (2017, edito da Rizzoli), questo film scritto a quattro mani insieme a Doriana Leondeff prosegue il discorso sui “buoni sentimenti” iniziato con C’è tempo (2019).

“Cosa succede nella vita di un uomo che si addormenta a 18 anni e si sveglia a 49? – racconta Veltroni-. Giovanni si risveglia in un mondo totalmente cambiato. Nella storia: non ci sono più il Pci, la Dc, c’è stato Berlusconi. È caduto il muro di Berlino, non esiste l’Urss, l’euro ha sostituito la lira. Questa è la storia di un ritorno al mondo, di una rinascita, di un ragazzo nel corpo di un adulto che scopre come le cose, intorno a lui, siano radicalmente cambiate. Ho cercato di raccontare questa storia, tratta da un mio libro, intrecciando il percorso della comprensione di un mondo caotico e così diverso dal passato, dei mutamenti politici e tecnologici con quello della ricerca di affetti consumati dal tempo. Può essere una fiaba. Forse è un modo per parlare di questo tempo e di noi, oggi”.

C’è chi chiede a Veltroni: le manca il partito? “No – risponde – nessuna nostalgia se non nella sfera personale. Io sono stato segretario di due partiti – DS e PD- che sono venuti dopo il PCI, ma in questo film non c’è spazio per la nostalgia.
Era un posto dove si stava bene, ci si sentiva tutti dalla stessa parte, si discuteva, ma nel film spero di trasmettere un senso di speranza. Non è vero insomma che tutto è finito, credo invece ci sia una luce fuori”.

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