
Roma, 29 ottobre (Fr. Pierl/Servizio video di Stefano Amadio) Un racconto “familiare e cinematografico, in un intreccio di memoria ed emozioni più private, fra set e vita vissuta” ma anche l’ omaggio di un figlio ad un padre che resta uno dei più grandi autori della fotografia italiani e, insieme, allo straordinario artigianato che continuiamo a esportare all’estero. E’ quello di Stefano Delli Colli ha dedicato al padre, Tonino, nel libro che ha presentato – con Laura Delli Colli – insieme a un ospite speciale come Ninetto Davoli, alla Festa del cinema di Roma. ‘Tonino Delli Colli, mio padre’ (Art Digiland, in vendita su Amazon), racconta Tonino Delli Colli, scomparso nel 2005, soprattutto nel suo sodalizio con tre grandi maestri come Pasolini, Fellini, Leone ma anche con Risi, Monicelli e tante altre firme anche internazionali, fra gli altri Lina Wertmuller, Marco Bellocchio, Louis Malle, Roman Polanski, Roberto Faenza, fino a Roberto Benigni per La vita è bella, il film con il quale come ha ricordato proprio Laura Delli Colli, nell’anno in cui firmò anche Marianna Ucrìa, Tonino decise di chiudere in bellezza la sua lunga carriera. Stefano e Laura Delli Colli, per un caso entrambi giornalisti, figli rispettivamente di Tonino e di Franco, sono cugini, come cugini erano con quasi dieci anni di differenza d’età, i loro padri, protagonisti insieme della ‘ditta’ che ha firmato molto cinema anche popolare, insieme ai primi Pasolini, tra i primi Cinquanta e la fine degli anni Sessanta. “Il rapporto di mio padre con Pier Paolo è stato speciale – conferma Stefano – Per lui scegliere Pasolini, all’inizio, era stata una vera e propria scommessa in una stagione in cui guadagnava bene, per esempio, con tanti film americani che si giravano in Italia, ma quando incontrò Pasolini decise di mettersi in gioco con qualcosa che aveva allora anche il senso di una spermentazione e e il lavoro su Accattone gli portò anche il suo primo Nastro d’Argento”.
Su quel set i ricordi, tra entusiasmo e memoria, di Ninetto Davoli che ha animato la presentazione alla quale sono intervenuti direttori della fotografia, operatori, tecnici che hanno scritto inconsapevolmente la storia di Cinecittà, con lo stato maggiore della loro associazione, l’AIC. “Per me Tonino è stato fondamentale come persona e anche nella professionalità che mi ha insegnato nel cinema. Proprio lui, sul set, mi ha aiutato per la prima volta a capire come si sta davanti alla macchina da presa” ha raccontato Ninetto Davoli, che si è soffermato anche sul rapporto fra i Delli Colli (Franco era alla macchina da presa, come operatore) e Pasolini: li univa un grande affetto anche se un po’ nascosto, basti pensare che non si sono mai dati del tu, era tutto un ‘senta Pier Paolo’, ‘mi dica Tonino”’.
Set diversi, del resto, quelli di allora, dal clima di oggi: “Erano anni, ha ricordato Laura Delli Colli ”nei quali , a riguardare anche le foto di allora, set si lavorava in giacca e cravatta. Un periodo straordinario. Bernardo Bertolucci sia per la scomparsa di Tonino, che prima ancora di mio padre Franco mi ha scritto affettuosamente ricordando quanto la sua generazione abbia imparato proprio da personaggi semplici come loro”.
Nel libro molte testimonianze e, eccezionalmente, una prefazione di Vittorio Storaro. “E c’è anche la conversazione con alcuni collaboratori di papà, come Giuseppe Lanci, o Adolfo Bartoli, un grande amico che a nome dell’AIC lo accompagnò in America, per ricevere il premio alla carriera dell’Asc Association (American Society of Cinematographers) nel 2005 – racconta ancora Stefano Delli Colli -. Quel viaggio negli Usa è nato con grande sofferenza, papà aveva appena avuto tre bypass, eravamo tutti molto preoccupati. Alla fine il via libera se l’è preso da solo e ha fatto bene, visto che scomparso dopo neanche sei mesi. Sì, si prese un’ultima soddisfazione”. Come dimostra il breve filnato, con tanto si shooting fotografico dìnello studio del grande Douglas Kirkland, mostrato ieri alla Festa. Tra le testimonianze, nel libro, ci sono i ricordi di Lina Wertmuller, Stefania Sandrelli, Raffaella Leone, Giancarlo Giannini, Dante Ferretti, Roberto Faenza, Nicoletta Braschi, Elda Ferri e Roberto Benigni. Sulla prefazione di Vittorio Storaro, un cenno significativo, si erano ritrovati, con grande stima reciproca.: “anche se con papà all’inizio non si capivano – aggiunge Stefano Delli Colli. Si erano scontrati e la prefazione non lo dimentica ma il loro rapporto poi, sempre più verso la fine, era diventato,oltre la stima, anche un’amicizia autentica”.
TONINO DELLI COLLI – Tra Cinema e Ricordi
Alla festa del Cinema di Roma, Stefano Delli Colli ha presentato il suo libro sulla vita e la carriera del padre, storico direttore della fotografia, Tonino. L’intervista a Ninetto Davoli e il suo ricordo di Delli Colli e del suo rapporto con Pier Paolo Pasolini