lunedì, 27 Marzo 2023

Sotto il soffitto di cristallo per fare rete

Sotto il soffitto di cristallo per fare rete

Roma, 3 Febbraio 2023 – Fare rete è più che mai necessario in un’Italia che sullo squilibrio tra i generi è al 63mo posto nel mondo e al 25° posto in Europa. E’ la sintesi finale della prima edizione di Un altro genere di leadership il convegno sui temi della disuguaglianza di genere che si replicherà l’anno prossimo, il 1° e 2 febbraio 2024, fortemente voluto da MiC e Cinecittà e ideato dalla sua Presidente, Chiara Sbarigia con Daniela Brogi, che ha riunito un panel esclusivamente al femminile per parlare di come le donne dirigono istituzioni, stampa, imprese e soprattutto le protagoniste di due giorni di riflessione: donne del cinema ma non solo che hanno affrontato diverse aree tematiche in un confronto di analisi, proposte, idee. E come ha dichiarato la Presidente di Cinecittà, Chiara Sbarigia il convegno è nato proprio per ripensare la narrazione del femminile in termini propositivi, dando visibilità e valore a quelle donne che con le loro storie di successo hanno incarnato una nuova consapevolezza di sé e un modo diverso di guidare i processi creativi e culturali”.

Le donne, insomma, possono coprire ruoli di potere senza bisogno di adeguarsi a modelli maschili anche se ancora oggi parliamo di Un viaggio dispari, come dice il titolo del podcast in sei episodi (realizzati da Chora Media per Archivio Luce) scritti da Davide Savelli e con la voce di Cristiana Capotondi per ripercorrere la lunga lotta per l’emancipazione femminile nel Novecento (archivioluce.com e choramedia.com). Un repertorio sonoro con gli interventi di due storiche contemporanee come Patrizia Gabrielli ed Elvira Valleri, ma anche diari, lettere e testimonianze
che parlano – dal diritto di voto alla contraccezione – delle grandi conquiste portate a casa con grande fatica del movimento delle donne.

“Il 1946 con il diritto di voto – ha sottolineato storica Daniela Brogi – non è stato soltanto un punto di partenza, ma anche un punto di arrivo delle battaglie delle donne che hanno fatto la Resistenza
e la Repubblica”. E aggiunge: “La desinenza femminile ci aiuta a lasciare traccia e memoria. Molte le donne che hanno abbattuto il soffitto di cristallo giungendo in posizioni di comando, ma le pareti di cristallo ancora dividono.Ecco perché non ci sono formule chiuse ma insieme bisogna costruire un vocabolario che ancora manca”.

Sei i tavoli ‘generazionali’ – tra donne nate tra il 1960 al 2000 – coordinati da Lavinia Farnese, Michela Alpi, Diamara Parodi Delfino, Alessandra Spinelli, Nicoletta Polla Mattiot, Angela Pedrini che hanno concluso i lavori approfondendo parole chiave come spazio, merito e cura e insieme “un cambiamento drastico che fin dalla scuola primaria possa abbattere gli stereotipi quotidiani puntando all’ autorevolezza”. “Ci vuole un’agenda che dia continuità”, ha detto Giulia Minoli, operatrice culturale e vicepresidente della Casa Internazionale delle Donne di Roma che ha anche fatto cenno al drammatico tema dei femminicidi e della violenza di genere. Ma il tema dello squilibrio è stato soprattutto al centro di una ricognizione tra le donne che sono arrivate alla gestione di ruoli tradizionalmente maschili: con Angela Mariella, direttrice di Isoradio e Caterina D’Amico, direttrice dell’Archivio e Museo Zeffirelli (dopo anni alla guida del Centro Sperimentale di Cinematografia poi della Casa del Cinema) Tinny Andreatta, vice president content di Netflix, ha citato il caso virtuoso della sua azienda dove la presenza femminile è speciale a tutti i livelli decisionali (sono nel 48% dei ruoli apicali). Un livello interessante e in controtendenza considerato che in Italia è diminuito il numero di donne al top dal 4 al 3% in un anno.

Tra le giornaliste Agnese Pini, direttrice responsabile del QN ha detto: “Se insistiamo troppo sul
fatto che basta il merito per fare carriera, creiamo frustrazione nelle ragazze, non dobbiamo essere perfette per ricoprire ruoli di responsabilità; ma normali professioniste, come i colleghi maschi”. E Ivana Pisciotta dell’Agi: “alle donne si è chiesto a lungo di fare il doppio per arrivare alla metà” mentre Barbara Stefanelli, vicedirettore vicario del Corriere della sera, ha parlato del potere come ruolo di servizio e non come costruzione della carriera, vedi la premier tedesca Angela Merkel. In un panel moderato da Fulvia Caprara, Maria Pia Ammirati, alla guida di Rai
Fiction, ha sottolineato che “il cambio di ruolo avviene quando ti affranchi da cose sostanziali
come, ad esempio, quando la maternità diventa una scelta prioritaria”.

Ed è stata soprattutto Cristiana Capotondi, attrice e dirigente sportiva ad allinearsi con la sua analisi : “Sono appassionata di calcio e ho dovuto spesso far valere la mia ‘differenza’ affrontando a volte anche la violenza dei social. La mia risposta è stata una mia difesa di genere , qualcosa che nel confronto con l’altro porta accoglienza, cura, ascolto, capacità di cercare pace dove si cerca lo scontro, empatia. Spesso la gentilezza è spiazzante, ma conviene a tutti occuparsi della serenità dei propri collaboratori”. E a proposito del #MeToo: “Spero che abbia aiutato più le donne comuni che noi del mondo dello spettacolo”.

Tra le donne che hanno partecipato anche Antonella Polimeni – Magnifica Rettrice Sapienza Università di Roma, Federica Lucisano – Amministratore Delegato Italian International Film. Sulla leadership femminile ha concluso il laboratorio organizzato da Cinecittà e Archivio Luce in collaborazione con il MiC il Sottosegretario Lucia Borgonzoni intervistata in conclusione da Eleonora Daniele. Dopo tante presidenti e direttrici di istituzioni culturali, giornaliste, leader del mondo del cinema, dell’audiovisivo, dell’arte e della ricerca ha detto “Ritengo che si debba
insistere di più su una narrazione che dia il giusto spazio al contributo imprescindibile delle donne alla storia del nostro Paese. Convegni come questo sono importanti proprio perché restituiscono visibilità al merito delle donne, con la speranza di sgombrare finalmente il campo da pregiudizi e stereotipi”.

Related posts