
“Sono italiano e voglio fare film sugli italiani. Berlusconi è un archetipo dell’italianità e attraverso lui posso raccontare i nostri connazionali”: Paolo Sorrentino ha spiegato così il suo prossimo progetto con Toni Servillo su Silvio Berlusconi. Lo ha raccontato alla tv del festival parlando poi del suo modo di fare il giurato: “Li guardo da spettatore e da regista cercando l’equilibrio tra il film e l’onestà del racconto, nella volontà di non imbrogliare lo spettatore e nel restituire la verità attraverso la falsità dell’arte cinematografica. Questo è il grande gioco del cinema”.
“Dentro la giuria le relazioni sono fantastiche, c’è un grande rispetto reciproco, abbiamo tutti personalità molto forti, ma anche un grande senso di democrazia. Almòdovar, che prende molto sul serio il destino dei film e dei registi che li hanno realizzati, richiede attenzione ai giurati, ci invita ad essere responsabili e attenti e franchi nei confronti dei film che stiamo vedendo”.
Secondo Sorrentino, è “meno stressante essere un membro della giuria che venire a presentare un film a Cannes. E poi si lavora in gruppo e questo corrisponde molto alla mia personalità”.