
Venezia, 31 agosto (Fr. Palm.) – Svolta spirituale e religiosa per Paul Schrader, che torna alla Mostra di Venezia con First reformed, presentato in concorso, accompagnato dai protagonisti Ethan Hawke e Amanda Seyfried.
L’attore interpreta un cappellano militare che ha perso suo figlio in guerra, tormentato dal senso di colpa perché è stato lui a spingerlo ad impugnare le armi. Fortemente in crisi, l’uomo farà scelte personali sempre più radicali, anche influenzato dall’incontro con una coppia di attivisti ambientalisti, convinti ci siano legami tra la Chiesa e alcune losche società multinazionali. Dopo il suicidio del marito, il cappellano si avvicinerà alla moglie ogni giorno di più e…
Per il regista, si tratta di un’opera inedita nell’ampio ventaglio della sua carriera: “E’ sicuramente un film opposto all’ultimo, Cane mangia cane, ma anche diverso dal cinema fatto fino ad oggi – spiega – Avevo scritto un libro sulla spiritualità, ma mai avevo pensato di fare un film di questo genere, così spirituale, attratto più dalla passione che dall’aspetto austero. Ma ho sentito che era arrivato il momento”. D’altronde, la religione è parte della sua vita: “Ho vissuto il culmine di qualcosa iniziato negli anni ’70, non sono cattolico e sono un riformista irlandese, ma la patologia è la stessa, ossia c’è la radicata idea di espiare col sangue il sacrificio di Cristo, perché attraverso il sangue si è purificati”.
Anche Hawke ha un intenso rapporto con la religione: “Mia nonna aveva la sensazione che diventassi un prete, ma per fortuna non ho ricevuto la chiamata e sono diventato un attore – dichiara – Sono stato circondato dalla religione tutta la vita, faceva parte già di me e quindi recitare in questo film è stata una grande occasione. Il mio personaggio sembra uno sciamano e non è stato difficile entrarci, sembrava mi aspettasse da tanto tempo e ho potuto metterci me stesso”.
Il film cammina sul filo dell’equilibrio tra speranza e disperazione, mostrando anche il potere dell’amore: “Non dà risposte ma pone interrogativi, facendo vedere l’orlo dell’abisso tra la disperazione e l’essere innamorati – sostiene Hawke – E qui ho dato il bacio cinematografico più lungo della mia vita”.
L’amore è forse la risposta o l’antidoto in un mondo in cui noi per primi sembriamo essere solo delle schegge impazzite? Per Schrader, “se abbiamo speranza nell’umanità, non dobbiamo preoccuparci di questo. Ma proprio l’umanità è il problema, credo che non potrà sopravvivere a questo secolo. Dopo tutti gli esperimenti fatti da centinaia di anni, abbiamo esaurito la nostra tenuta sul pianeta e io che ho vissuto nel cono magico del baby boom, dopo due guerre mondiali, penso che abbiamo guastato il pianeta per i nostri figli”.