
Roma, 30 ottobre – In sala per il 40° anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, lunedì 2 novembre, la Cineteca di Bologna distribuirà nelle sale italiane e in DVD il nuovo restauro di Salò o le 120 giornate di Sodoma. Un film dimenticato per quarant’anni e ora restaurato dalla Cineteca di Bologna e da CSC-Cineteca Nazionale, in collaborazione con Alberto Grimaldi, e premiato con il Leone per il miglior film restaurato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, primo riconoscimento ricevuto dal film dopo anni di silenzio.
Con Salò la preziosissima intervista a Pasolini – conservata e messa a disposizione da Cinemazero di Pordenone – che Gideon Bachmann gli fece durante le riprese. Se ne vedrà un montaggio prima di tutte le proiezioni in sala, mentre la versione estesa è tra i contenuti extra dell’edizione in DVD.
Mentre proprio le conversazioni tra Pasolini e Bachmann sono in libreria con Chiarelettere, a cura di Riccardo Costantini proprio Bachmann sarà Domenica prossima 1° novembre, alle 17, a Roma al cinema Alcazar (via Cardinale Merry del Val, 14) per introdurre l’anteprima del restauro di Salò. Lunedì 2 novembre, alle 18, poi incontrerà il pubblico della Cineteca di Bologna (Piazzetta Pasolini, 2/b), prima di introdurre la proiezione delle ore 20, con altri testimoni dal set di Salò: la segretaria di edizione Beatrice Banfi, l’assistente alla regia Fiorella Infascelli, lo scrittore e addetto stampa del film Nico Naldini.
Salò appare ancora – come nella definizione dell’autore – “un mistero medievale”, un film che anche oggi può risultare incomprensibile. Da qui la scelta condivisa di Cinemazero, Cineteca di Bologna e CSC-Cineteca Nazionale di aprire il restauro con le parole dell’intervista fatta a PPP da Bachmann nel maggio 1975, a riprese praticamente concluse: con le parole di Pasolini a introdurlo, il film risulta fruibile e ancor più tremendamente attuale: “Il film è preso da ‘Le 120 giornate di Sodoma’ di De Sade, ma è ambientato durante la Repubblica di Salò, cioè tra il ’44 e il ’45. Quindi c’è molto sesso. Ma il sesso che c’è nel film è il tipico sesso di De Sade, la cui caratteristica è esclusivamente sadomasochistica, in tutta l’atrocità dei suoi dettagli e delle sue situazioni. Un sesso che diventa metafora di ciò che il potere fa del corpo umano, in un film contro qualsiasi forma di potere.