
Venezia, 30 agosto (Fr. Pierl) Un viaggio tra molti fatti reali e qualche libertà, nel quale si segue l’ultimo tour europeo di Christa Päffgen, in arte Nico, intenzionata a lasciare nel passato l’immagine di angelo biondo della factory di Warhol a cui la riporti chiunque incontri, alle prese con la dipendenza dell’eroina e i rimorsi per il rapporto mancato con il figlio Ari, cresciuto pieno di fragilità. E’ il ritratto della musa dei Velvet Underground, negli ultimi mesi della sua vita (è morta nel 1988 a 49 anni durante una vacanza a Ibiza), interpretata da una strepitosa Trine Dyrholm in Nico, 1988, di Susanna Nicchiarelli, che apre oggi alla 74/a Mostra del Cinema di Venezia la sezione Orizzonti in concorso in sala dal 12 ottobre con i Wonder Pictures .
‘’Mi sono avvicinata a Nico attraverso la sua musica.Sono un’appassionata del disco della banana (The Velvet Underground & Nico, primo album della band, del 1966), e l’avevo vista in La dolce vita di fellini, dove lei ha deu scene molto poetiche. Sono andata a vedere cosa ha fatto dopo, e la sua musica è molto interessante e bella, come nelle colonne sonore per Garrel. anche se può essere a volte difficile. Mi piaceva raccontare quella parte della sua vita, la donna oltre l’icona’’.
La regista per prepararsi ha visto documentari sull’artista e letto le sue biografie ed ha rintracciato molte persone legate a lei nell’ultima parte della sua vita, come l’agente alan Wise (scomparso da poco, ndr) che l’ha messa in contatto a parigi con il figlio dell’artista, Ari: ‘’E’ una persona particolare, mi ha detto molto sulla madre ed è contento del film. .Ho ritrovato in lui la stessa ironia di Nico. Rideva quando parlava della mamma, e mi ha detto che era sicuro di morire prima di lei, la considerava indistruttibile’’.
Per la protagonista Susanna Nicchiarelli ha voluto Trine Dyrholm 8Leone d’argento come migliore attruce l’anno scorso a berlino per La comune) : ‘’Perché avevo bisogno di qualcuno molto intelligente con un’enorme energia oltre che di grande talento. Interpretare Nico non è facile, e Trine ha aiutato a ‘trovarla’. Abbiamo costruito insieme questo personaggio’’.
L’interprete di Festen che ha quest’anno anche un film Toronto (il dramma Du forsvinder) ed ha da poco finito le riprese di una miniserie su Brecht, è rimasta affascinata ‘’dalla complessità di Nico. Ho visto un’intervista in cui diceva di rimpiangere solo di non essere nata uomo. Ho capito così che non si riconosceva nella sua immagine, che aveva un profondo conflitto con sé stessa”.
Il film pur rielaborando alcune parti, segue una base estremamente reale, mostrando ad esempio il concerto clandestino che ha tenuto in Cecoslovacchia, alla vigilia del crollo del regime comunista e l’incontro rasserenante con Domenico (interpretato da Thomas Trabacchi), un musicista suo fan con cui crea un rapporto di profonda confidenza.
Tra le frasi simbolo del personaggio, dice la regista, c’è quella in un’intervista, ‘’Non ero felice quando ero bella. Lei è andata oltre quel cliché, è come se se si fosse volutamente liberata di quella bellezza, diventando volontariamente nell’aspetto ‘la sacerdotessa della tenebre’ come la chiamavano i suoi fans. Ma lei in realtà aveva trovato se stessa”.