
Venezia, 6 settembre (Fr. Palm./Servizio video di Stefano Amadio) – Grazie ai Manetti Bros, la Mostra ride, canta e balla con Ammore e malavita, omaggio alla sceneggiata napoletana, al musical e al cinema di genere, anzi, di più generi, dato che il film – presentato in concorso – unisce note e azione, pallottole e sentimento, in un riuscito mix che ha fatto scattare gli applausi della platea non solo alla fine della proiezione, ma anche durante. E l’accoglienza è stata calorosa anche per il cast corale, composto, tra gli altri, da Giampaolo Morelli, Serena Rossi, Raiz (leader degli Almamegretta) e un’inedita Claudia Gerini in versione “criminale” alla Donna Imma, che sullo schermo fa coppia con Carlo Buccirosso.
L’Italia ha, dunque, il suo La la land, come l’ha definito Paolo Brocco, ad di Rai Cinema, tra i co-prodotturi? “Non ci abbiamo pensato, Marco non l’ha neanche visto – precisa subito Marco Manetti – Diciamo che il suo successo, iniziato proprio qui al Lido, un anno fa, è stato un colpo di fortuna”.
E fortuna, tanta, i Manetti l’ebbero nel 2013 con Song’e Napule, che è stato, in fondo, la culla di questo progetto, sempre girato nella città partenopea, di cui coglie gli aspetti più culturali e creativi, staccandosi dalle ombre della cronaca e da quel “gomorrismo” – come l’ha chiamato Antonio Manetti – con cui la pellicola gioca un po’, tra le carte del mazzo delle citazioni. E se una delle scene più esilaranti mostra il turismo “alternativo” che richiama Scampia, portato alla ribalta proprio da Gomorra, il pubblico si divertirà a scovare i vari tributi cinematografici lasciati dai registi. Il più esplicito, per loro stessa ammissione, è a Grease.
ll personaggio di Giampaolo Morelli, invece, ricorda per look e movenze il Keanu Reeves di Matrix: l’attore interpreta uno spietato killer al servizio di un potente boss e di sua moglie, che l’ha addestrato come Bruce Lee e con il mito di 007. Ma anche i killer possono avere (ancora) un cuore e quando ad essere in pericolo di vita è un antico amore, mai dimenticato, si può anche tradire il patto di fedeltà con il proprio “padrone” ed essere al centro di una caccia all’uomo, lasciando dietro di sè una densa scia di sangue…
Teatro di inseguimenti, trappole e vendette, la città di Napoli, vista tra i colori del giorno ma anche tra le luci notturne: “Napoli già di suo è sopra le righe e dà emozioni forti, alcune negative ma tante positive – dichiarano i Manetti – E’ la capitale italiana della cultura e dell’arte e a testimoniare il suo fermento attuale è anche il cartoon La gatta Cenerentola, visto ieri qui alla Mostra”.
A Napoli Turturro aveva girato Passione e per un attimo, sembrava che i Manetti potessero realizzare un secondo capitolo: “Carlo Macchitella di Rai Cinema ci propose di fare Passione 2 – raccontano – Noi, però, non siamo documentaristi e abbiamo voluto narrare una storia, mettendoci dentro la sceneggiata napoletana”.
Quando si parla di questo, non si può non pensare al cantante neomelodico Pino Mauro, che appare nel film, in un cameo. E a chi fa notare che nella sceneggiata non sono presenti balli, i registi replicano: “Volevamo fare il nostro film e non aderire ad uno schema. Ci siamo sentiti liberi di far ballare i personaggi, riportando in sala con amore una forma d’arte altissima e purtroppo dimenticata”.
A ballare – e recitare in napoletano – è anche Claudia Gerini, che fa anche una spaccata, sul tavolo della cucina: “Quella scena l’abbiamo girata di notte, tante volte, è stata lunga – ricorda – Mio nonno aveva origini napoletane e per il dialetto ho preso lezioni da Carlo Buccirosso. E’ stata una sfida per me perché non volevo fare una caricatura con un finto napoletano, volevo un accento reale per dare spontaneità al personaggio”. Quanto al cantare, aggiunge: “Non trovo differenza con il recitare e basta, semmai è un’esperienza ancora più completa”.
Concorda Morelli: “La parte cantata porta avanti la storia e aiuta ad amplificare le emozioni”, mentre per Buccirosso l’importante è “non pensare di essere in un musical. Bisogna cantare in modo credibile, come canterebbe il personaggio che si sta interpretando”.
E a proposito di canzoni e musica, il gran lavoro porta la firma di Aldo e Pivio De Scalzi (per la colonna sonora), di Nelson (per i testi) e di Luca Tommassini (per le coreografie).