
Venezia, 5 (Fr. Pierl. Servizio video di Stefano Amadio)
Affidandosi ad un cast con protagonisti alcuni straordinari attori/autori del teatro italiano, come Mimmo Borrelli e Roberto del Gaudio, e attori non professionisti, preparati in prove durate mesi, Vincenzo Marra ha realizzato L’equilibrio, in concorso alle Giornate degli Autori e in sala dal 21 settembre con Warner Bros. il cineasta, vincitore nel 2001 al Lido della Settimana della critica con Tornando a casa, mette in scena la lotta di Don Giuseppe, un sacerdote in crisi spirituale che non si piega alle regole e silenzi imposti dalla camorra, ed entra in contrasto con un sacerdote più conservatore, don Antonio.
“Io non sono il tipo che si piega quando gli dicono che una cosa non deve farla – dice Marra, che pensava da anni a fare un film sulla religione -. Mi sono reso conto che nei due preti della storia c’è la personificazione dei due Papi più recenti. Uno pensa che il sacerdote si debba occupare esclusivamente del culto e l’altro sente di dover reagire a ciò che vede in un posto così complicato. In parte hanno entrambi ragione. Don Antonio pensa di dover essere un punto di riferimento spirituale, in una terra dove non c’è niente, senza però dover sostituire lo Stato assente, nel contrasto alla criminalità. Invece Don Giuseppe non può chiudere gli occhi, come non so fare neppure io. Vede qualcosa che non può dimenticare, deve agire”.
Tra i temi del film, “c’è anche la paura, che oggi ci sovrasta in tutto, dai sentimenti alle scelte che facciamo”.
Il protagonista (Borrelli), missionario campano tornato dall’Africa, chiede di tornare a casa e viene assegnato in un paesino del napoletano alla Chiesa di don Antonio (Del Gaudio), prete amatissimo in partenza per Roma, che si è attivato anche per denunciare il degrado causato dei sotterramenti illegittimi di rifiuti tossici. Giuseppe inizia una ribellione quotidiana alla tracotanza del boss locale (che pretende anche di tenere una capra nel campetto dell’oratorio, impedendo così ai bambini di giocare). Una resistenza che diventa scontro sempre più violento, sia con la camorra, che con don Antonio, convinto non si debbano agitare troppo le acque, quando Giuseppe decide di aiutare una bambina vittima di abusi che vive nella zona controllata dal boss.
Borrelli, che negli ultimi anni ha ricevuto decine i premi nazionali e internazionali per il suo percorso teatrale, finora al cinema aveva fatto solo “cameo per gli amici, ma da anni mi offrono ruoli. Ho accettato questo, perché Vincenzo lavora sull’autenticità come faccio io”. Per l’attore, il personaggio Don Giuseppe “ha il dono di essere un idealista. Al centro di ogni suo passo c’è l’umanità, che molti altri si perdono per strada. Lui invece non molla mai, cerca di aiutare chi non ha voce”.
Secondo Marra, “più che un film di denuncia, L’equilibrio è un film spirituale”. Il titolo “è una provocazione. Alludo al patto che lo Stato ha fatto a un certo punto con la criminalità organizzata, con l’obiettivo di salvare un equilibrio. Abbiamo davanti agli occhi il risultato”.