
Venezia, 31 agosto (Fr. Pierl) – Un viaggio tra alcuni dei film girati nella città lagunare, da Senso e Morte a Venezia di Visconti al Casanova di Fellini, passando, fra gli altri, per Otello di Orson Welles, A Venezia… un dicembre rosso shocking di Nicolas Roeg e la città più inedita di Chi lavora è perduto del veneziano Tinto Brass, Pane e Tulipani di Soldini o Dieci inverni di Mieli. Lo compie Raccontare Venezia, il documentario di Wilma Labate, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia alle Giornate degli Autori e in onda su Canale 5 il 4 settembre in seconda serata.
E’un percorso, liberamente tratto dal libro di Irene Bignardi Storie di cinema a Venezia, nel quale ci accompagna, nelle varie scoperte, Silvia d’Amico, in giro per la città. ”Rifuggire i turisti, durante le riprese è stato difficilissimo, una piccola guerra. Mettevi il cavalletto, e all’improvviso arrivava il corteo di mille vietnamiti che iniziava a scattare col telefonino – dice sorridendo Wilma Labate -. Non si può proibire la bellezza al mondo, ma non si può nemmeno lasciare brutalizzare l’identità di un luogo così prezioso e preservato. E con quelle forme di turismo di massa che si limitano a passaggi superficiali di cinque minuti, non si può capire nulla della città, scoprirne la cultura”.
Il documentario fonde i luoghi reali visitati da Silvia D’Amico, da Santa Marta all’isola di San Giorgio Maggiore, con le scene dei film e molte testimonianze di chi ha girato a Venezia. Fra gli altri, anche i fratelli Taviani per San Michele aveva un Gallo (”non siamo noi a scegliere i luoghi ma i luoghi a scegliere noi” spiegano), Florinda Bolkan (Anonimo veneziano), Giuliano Montaldo (Marco Polo), Silvio Soldini (Pane e tulipani), Carole Bouquet (Impardonnables), Michael Radford (Il mercante di Venezia), Saverio Costanzo (In memoria di me).
”Ho pensato a Silvia per il documentario perché mi incuriosiva molto lavorare con lei e spero di poterlo fare presto anche in un mio film di fiction, che è stato scritto da Giordano Meacci e Francesca Serafini, anche se non so se riuscirò a girarlo. E’ una giovane attrice stupefacente e terribilmente spontanea ma con una sapienza e una tecnica da interprete molto più matura”. L’attrice spiega che ‘ seguendo Wilma, l’idea era di rendere l’emozione di chi vede per la prima volta o riscopre quegli straordinari luoghi, grazie al cinema”. Per Silvia d’Amico ora il ritorno sul grande schermo sarà con la nuova commedia corale di Paolo Genovese The Place, in uscita il 28 dicembre.