lunedì, 20 Marzo 2023

Jacovacci, campione nero ‘cancellato’ dal Duce

Jacovacci, campione nero  ‘cancellato’ dal Duce

Toma, 9 marzo 2017 – (Fr. Pierl)  E’ stata una lotta impari contro i pregiudizi, la mentalità coloniale e la voglia del regime fascista di ‘cancellarlo’, quella di Leone Jacovacci, pugile italo congolese, diventato campione italiano ed europeo dei pesi medi nel 1928 e da allora volutamente dimenticato e ignorato, con tanto di taglio delle immagini della sua vittoria dal filmato dell’incontro, perché ”l’Italia non poteva farsi rappresentare da un nero” come scrisse un giornale dell’epoca. La sua storia incredibile e poco conosciuta dopo essere stata al centro del lavoro certosino di ricerche, durato sei anni, del sociologo Mauro Valeri da cui è nato il libro, di oltre 400 pagine, Nero di Roma  (Palombi)  viene ora raccontata dal documentario Il pugile del duce di Tony Saccucci, in arrivo nelle sale, con Luce Cinecittà,  il 21 marzo nella Giornata mondiale contro il razzismo.

Valeri, che nel film è narratore  ripercorre la storia di Leone (morto nel 1983), grazie anche allo straordinario materiale sulla sua carriera, tra articoli e foto, conservato dallo stesso pugile  in un librone  dal quale mancano proprio le testimonianze del suo incontro più importante, quello con Bosisio ”come se Jacovacci sapesse che quello sarebbe stato l’inizio della fine”, spiega. E proprio le immagini quel match, di cui il fascismo volle riscrivere il finale (lo sconfitto Mario Bosisio, fedele al regime, andava in giro dicendo che aveva vinto lui)  e quelle dei primi trionfi del pugile ritrovate nell’Archivio del Luce, testimoniano come nonostante l’ostilità dei dirigenti fascisti, Jacovacci fosse diventato un idolo popolare.

”Su tutti i siti in cui avevo iniziato a cercare notizie su di lui, veniva definito come afroamericano.
L’Italia non ha certo voluto valorizzare la sua storia. E’ stato fondamentale per me rintracciare la figlia di Jacovacci, Nicole, che vive in un paese vicino Verbania – racconta Valeri, che ha concentrato i suoi studi sui neri italiani  in quegli anni, dopo un episodio di razzismo subito da suo figlio adolescente,  di colore come Jacovacci -. La questione degli italiani neri è molto sottovalutata. Leone Jacovacci non era l’unico, basti pensare che c’erano quattro ufficiali italiani neri durante Prima guerra mondiale, e che il primo aviatore nero al mondo, Domenico Mondelli era italiano. Anche a lui come a Leone, il regime ha bloccato la carriera”. Ora l’obiettivo per Valeri è ”realizzare un archivio degli italiani neri, su cui così poco si è scritto”.

Nato in Congo nel 1902, da una madre africana e un padre italiano, da bambino fu portato dal papà a crescere in  Italia, paese che però lascia sedicenne, per sfuggire ai pregiudizi. Andò a Londra dove iniziò a combattere con il nome di Jack Walker (ispirandosi al suo idolo, la leggenda dei pesi massimi Jack Dempsey, a cui Jacovacci ha avuto anche la chance di fare da sparring partner). si spostò poi a Parigi, diventata la sua seconda casa, dove  il pugile inanellò 25 vittorie consecutive. L’Italia però non l’aveva dimenticata e ci tornò a vivere, lottando per farsi riconoscere la cittadinanza italiana  fino all’inaspettata possibilità di affrontare Bosisio.

Saccucci ha scelto di non raccontare il triste epilogo della vita di Jacovacci, (continuò a combattere, passando dopo qualche anno al catch pur di fare dei soldi e abbandonati i ring, trovò un lavoro come portiere)  ”ma di creare la tensione narrativa intorno all’incontro, a quel vuoto anche di immagini che il regime aveva imposto – spiega Saccucci -. nel dvd si parlerà anche del resto della sua vita, anche perché ci sono altri filmati come uno del 30, quando tornò per un incontro a Roma e lo vediamo anche accennare un timido saluto fascista, e uno del 53 in cui viene mostrato mentre fa catch”. Nonostante il documentario si intitoli il pugile del duce, Mussolini non appare mai: ”è il grande ‘assente’ di questa storia, ha orchestrato la rimozione dal regime del ‘nero’ in generale. E’ lui che ha deciso di far togliere l’incrostazione’ Jacovacci”.

 

 

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