
Prende avvio dal Bif&st, con uno speciale tributo al suo protagonista, l’uscita nelle sale italiane di Acqua e zucchero – Carlo Di Palma, i colori della vita, il film documentario di Fariborz Kamkari – premiato con il Nastro d’Argento per il Miglior documentario su Cinema e spettacolo – dedicato a uno dei più grandi direttori della fotografia e artisti/artigiani del nostro cinema, con i 100 film cui ha partecipato, da addetto ai focus a operatore di ripresa a direttore della fotografia.
Di Palma è riuscito a essere presente giovanissimo sul set del primo film neorealista, Ossessione di Visconti, e poi del film manifesto del movimento, Roma città aperta, e sempre con Rossellini in Paisà, e con De Sica in Sciuscià e Ladri di biciclette. Come dire: i set fondamentali del tempo. È poi sul set di quello definito dal grande critico Noël Burch il primo film moderno, Cronaca di un amore di Antonioni, e con il maestro ferrarese darà colori e immagine ai primi capolavori del postmoderno: Deserto rosso e Blow up. Fotografa memorabili Germi (Divorzio all’italiana), Monicelli (L’armata Brancaleone, La ragazza con la pistola), Petri (L’assassino), Bernardo Bertolucci (La tragedia di un uomo ridicolo).
E con gli anni ’80 può permettersi di portare il meglio del cinema europeo negli USA, grazie al lavoro con un genio contemporaneo come Woody Allen, per un’altra serie commovente di film: cominciando da Hannah e le sue sorelle, a Radio Days, Settembre, Misterioso omicidio a Manhattan, Alice…
E di film in film, il documentario si fa anche fisicamente un atlante, con le testimonianze eccellenti che lo arricchiscono: Wim Wenders a Venezia, Woody Allen a New York, Nikita Mikhalkov dalla Piazza Rossa, Ken Loach, Gilles Jacob e Alec Baldwin da Cannes, Volker Schlöndorff dalla Berlinale, e a Roma Bernardo Bertolucci, Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo, Christian De Sica…
Nel tempo di un film, la visione di sessant’anni di grande cinema e insieme una visione del mondo, e della vita.