
Roma, 29 ottobre (Fr. Pierl.) – Anche il SNGCI condivide la petizione firmata da oltre 45 Parlamentari europei e inviata al presidente iraniano Hassan Rouhani, tra le molte iniziative esplose in vari Paesi del mondo (per l’Italia, fra gli altri, con i 100Autori), a sostegno del regista iraniano 30enne di origine curda Keywan Karimi, condannato a sei anni di prigione e 223 frustate, dalla Corte Islamica Rivoluzionaria.
Il regista è stato ritenuto colpevole di ”propaganda contro il governo” e ”insulti a ciò che è sacro’ per i suoi film e di ”relazioni illecite” per aver stretto la mano a donne delle quelli non è parente.
2Un ennesimo attacco alla libertà anche personale”, come sottolineano, unendosi alla mobilitazione per l’autore colpito da una censura inaccettabile, anche i giornalisti cinematografici italiani
Nella petizione lanciata da Stelios Kouloglou, parlamentare europeo greco eletto con Syriza e la Sinistra Unita Europea si chiede ”la cancellazione della pena nell’ambito della Convenzione Internazionale sui diritti Civili e politici, ratificata anche dall’Iran”. Da parte loro, in una nota, 100Autori hanno tra i primi sottolineato come ”questo caso ricordi quello dell’iraniano Jafar Panahi o del regista ucraino Oleg Sentsov recentemente accusato di terrorismo in Russia, oltre a rappresentare l’ennesimo attacco alla libertà di espressione risulta particolarmente ingiustificato perché anche l’Università di Teheran ha sempre sostenuto il lavoro di Karimi. In attesa dell’esito del ricorso in appello, il regista non è stato ancora incarcerato, ma queste potrebbero essere le sue ultime settimane di libertà”. Per questa ragione la mobilitazione scattata in Italia ”chiede al governo italiano che riconosce la libertà di manifestare il proprio pensiero e permette ad ogni autore di esprimere liberamente le proprie idee di rivolgersi alle autorità politico-istituzionali iraniane e scagionare Karimi”.
In prima linea per il regista anche i cineasti francesi dell’Arp (Società civile degli autori, registi e produttori) che comprende Claude Lelouch, Michel Hazanavicius, Thomas Langmann, Julie Bertuccelli, Costa Gavras, Cédric Klapisch,Olivier Nakache, Coline Serreau, e Eric Tolédano.
Karimi, laureato all’università di Tehran, ha studiato Scienze sociali e comunicazione e frequentato diversi workshop di cinema in Germania, India, Thailandia e Russia. Pluripremiato per i suoi corti “Broken Border” (2012) e The Adventure of Married Couple (2013), ispirato da un racconto di Italo Calvino, è bersaglio delle autorità soprattutto per il suo documentario Writing on the city”, del 2012, nel quale racconta la storia dei graffiti sui muri di Tehran, dalla rivoluzione khomeinista del 1979 alla rielezione di Ahmadinejad nel 2009. Nel 2013 la casa del regista è stata perquisita e gli sono stati sequestrati alcuni hard disk, nei quali c’erano scene d’archivio delle proteste del Movimento Verde: l’accusa è che le abbia girate lui e che inoltre per il film abbia realizzato un scena di sesso: ”In realtà non l’ho mai girata – ha detto a Le Monde Karimi, che al momento è ancora libero -. La mia è una storia kafkiana, non so cosa succederà. Spero solo che il mio film possa girare per i Festival internazionali, così da sensibilizzare il pubblico sul mio caso”.