
Lido di Venezia, 5 settembre (Fr. Palm.) – Roan Johnson e la sua squadra di giovanissimi fanno divertire la Mostra di Venezia con Piuma, secondo titolo italiano in concorso che porta al festival una storia di maternità vissuta tra stupore e incognite, ma anche con il sorriso e la voglia di sdrammatizzare la paura di diventare oggi genitori, tra precarietà e incertezze.
Il film – prodotto da Palomar, nelle sale dal 20 ottobre con Lucky Red – è interpretato, tra gli altri, da Luigi Fedele, Blu Yoshimi Di Martino, Brando Pacitto, Sergio Pierattini, Michela Cescon e Francesco Colella.
Dopo lo sperimentale e coraggioso Spira mirabilis, il nostro paese gareggia con una commedia, un genere raramente “frequentato” nei festival. Per il regista, classe 1974, la gioia di essere al Lido è quindi doppia: “Siamo grati di essere qui e persino in gara perché è un attestato di stima per il film, ma anche un segnale – dice – Significa che è arrivato il momento di sdoganare il genere e d’altronde abbiamo un passato forte di commedie meravigliose, invidiate in tutto il mondo. Io e gli sceneggiatori (Ottavia Madeddu, Davide Lantieri e Carlotta Massimi) discendiamo da lì e al Centro Speriamentale abbiamo avuto come maestri Bruni e Virzì che erano stati istruiti, a loro volta, da Scarpelli”. Tradizione a parte, qualche influenza giunge anche dall’estero: “Esiste una commedia più indipendente internazionale che abbiamo amato, di cui un esempio è Little Miss sunshine – spiega il regista – Ci piace quel gusto anche se non abbiamo deciso di ispirarci in modo razionale, lavorando coi nostri strumenti di sempre, in continuità con i film precedentemente fatti, come I primi della lista e Fin qui tutto bene”.
L’esplorazione del mondo giovanile è il filo conduttore del cinema di Johnson, anche se stavolta l’età dei protagonisti si è abbassata. Al centro della vicenda ci sono due 18enni, Cate e Ferro, che sono ancora sui banchi di scuola. Oltre alla maturità, hanno anche un’altra preoccupazione e un’altra “questione” da affrontare: l’inaspettata gravidanza di lei. Come gestirla? La notizia come sarà presa dalle famiglie? E loro sono pronti per crescere un figlio?
Come sottolinea il regista, “L’assunzione della responsabilità è il tema del film, che riguarda non solo l’arrivo di un figlio. Viviamo in un tempo pieno di contraddizioni e difficoltà, davanti a questo si può essere pessimisti o provare a volare con l’ottimismo dell’incoscienza e del sogno, proprio come fa Ferro. E io mi ispiro a lui”.
L’idea, prosegue, era anche raccontare “una storia d’amore che esce dai clichè e dagli stereotipi, che non sia ‘plastificata’. Nei personaggi c’è molto di me e degli sceneggiatori, ci siamo immedesimati e ricordati come eravamo noi. E anche Luigi e Blu ci hanno aiutato per la scrittura, portandoci le loro esperienze su come si relazionano con i rispettivi fidanzati”. E a chi fa notare che non viene detto “Ti amo”, nei dialoghi, Johnson risponde: “Non credo tanto a certe frasi, io stesso non lo dico tutti i giorni. Semmai, ‘So stare al tuo fianco’ è dirlo in maniera più originale e fattiva, con un approccio più vero”.
La pellicola fa vedere la maturità dei ragazzi, di fronte a decisioni così importanti: “E’ vero che Ferro e Cate inizialmente si agitano, ma poi sanno prendere tutto con maturità, anche più dei loro genitori che stanno per diventare nonni. I giovani sono migliori di come lo stereotipo li disegna, sono meno fannulloni e meno stupidi. E l’intelligenza e la maturità dei miei attori lo ha confermato, facendomi capire che la strada della storia era quella giusta”.
Qualche dubbio è venuto al regista solo durante il lungo casting, perché non è stato facile trovare i volti dei protagonisti: “È stato il cast più complicato della mia carriera – racconta Johnson – Dopo 700 provini mi ero scoraggiato e ho pensato di alzare l’età e di riscrivere la sceneggiatura. Ma il produttore Degli Esposti mi ha detto che servivano dei 18enni e finalmente, dopo più di 1000 provini, è arrivato Luigi Fedele, che ha conquistato tutti. Ho subito capito che c’era un’alchimia speciale”.
“Sì, è vero che sono arrivato poco prima della chiusura del casting – interviene l’attore – E ci sono arrivato per caso, perché un’amica, che era andata per il provino, ha fatto il mio nome quando le hanno chiesto se conosceva qualcuno per la parte”. L’intesa con Blu è stata immediata: “Con Luigi tutto ha funzionato dal primo momento, era tutto molto naturale”, ricorda lei. E Michela Cescon, tra gli adulti, conferma: “Eravamo un gruppo forte e abbiamo fatto un lavoro serio, perché la commedia è un genere serio. Roan è stato un gran capitano, la sua simpatia nasconde determinazione, sa bene dove andare”.