giovedì, 23 Marzo 2023

Frances McDormand come Wayne

Frances McDormand come Wayne

Venezia, 4 settembre (Fr. Palm.) – One woman show per Frances McDormand che segue le orme di John Wayne in Three Billboards Outside Ebbing, Missouri, che ad oggi ha strappato gli applausi più lunghi da parte della stampa qui al Lido, mentre già si parla non solo di Leone d’Oro ma anche di Oscar.

Il film, diretto da Martin McDonagh e interpretato anche, tra gli altri, da Woody Harrelson e Sam Rockwell, arriva qualche giorno dopo Suburbicon di Clooney e sulla stessa scia, mostra il lato più (o)scuro dell’America, o almeno di quella parte fortemente legata a razzismo, omofobia e violenza, non accogliente e mossa da pregiudizi.

E a smascherarli è una donna, una grande e piccola donna, disposta a tutto, coraggiosa e determinata, in cerca di giustizia dopo lo stupro e l’omicidio di sua figlia, ancora senza colpevoli. Dato che le indagini sono ferme, la donna, per smuovere la coscienza e l’operato della polizia locale, provoca, sfida e in un certo senso dichiara guerra alle autorità, in modo anomalo ma senza dubbio incisivo: affitta lo spazio di tre cartelloni pubblicitari lungo la strada che porta in città, scrivendo tre messaggi diretti ed espliciti, contro chi nulla sta facendo per trovare la verità. Il gesto eclatante non passerà di certo inosservato, scatenando varie reazioni dagli esiti e dagli sviluppi imprevisti…

Il tono con cui tutto viene raccontato è quello delle migliori dark comedy, in cui vengono colti i lati più ridicoli all’interno della tragedia e le risate affondano nel dramma. Lo spunto della vicenda, spiega il regista, è nato così: “Tanto tempo fa ho visto qualcosa su un manifesto, non ricordo cosa di preciso, ma erano frasi dolorose e sul momento mi sono chiesto chi avrebbe potuto fare una cosa del genere. Non ci ho pensato per 12 anni ma l’episodio rimase nella mia mente e decisi di scrivere una sceneggiatura su una madre e donna molto forte, che non si ferma davanti a nulla”.

Il volto dell’attrice era già chiaro, per McDonagh: “Nessun’altra avrebbe potuto farlo – dice – Ho visto tutto ciò che ha fatto Frances, è la migliore interprete della sua generazione, è abile a trasmettere sia tragedia, sia malinconia. Il suo personaggio doveva rispecchiare in modo veritiero una donna della classe operaia e la sua sensibilità”.

Dal canto suo, l’attrice replica: “Ho avuto davanti un copione eccellente, realistico ma non solo, di un livello molto più elevato. Per interpretare Mildred, mi sono ispirata a John Wayne, ho usato la sua camminata. E’ una figura iconica che ha resistito alla prova del tempo”.

Il profumo di western si respira in più punti, nel film: “Sono un fan degli spaghetti western e di Sergio Leone. Ho voluto usare pure la musica, come era in quelle opere”, dichiara il regista, che dice poi la sua sull’America. “Non credo sia più razzista o ridicola di altri – afferma – Vive un percorso particolare ma da sempre c’è chi protesta e come vale per i personaggi del film, basta vedere l’umanità, anche solo un briciolo, che c’è in ognuno di noi. Non bisogna vedere solo il buono o il cattivo nella storia, anche la protagonista è un’eroina ma anche un’antieroina. Ed è vero che all’inizio è mossa dalla rabbia, ma può esserci anche una rabbia non violenta o una violenza che scatta per reazione. Il film comincia dalla rabbia ma finisce col perdono e con l’amore, perchè volevo dare spazio ad altri aspetti che danno più speranza”.

 

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