
Roma, 15 ottobre (Marg. Puc.) – Beata Ignoranza con la giovane Teresa Romagnoli, figlia di due padri come Marco Giallini e Alessandro Gassman, è il nuovo film di Massimiliano Bruno, mattatore alla Festa di Roma dell’incontro che ha animato lo spazio della Roma Lazio Film Commission nell’iniziativa coordinata da Herbert Simone Paragnani, regista e sceneggiatore a lui molto legato anche sul set, per il Progetto ABC Arte Bellezza Cultura di Giovanna Pugliese.
Cinema al MAX il titolo ironico dell’incontro nel quale Bruno ha raccontato: “Alessandro e Marco sono una coppia fantastica davanti alla macchina da presa e si stanno talmente tanto simpatici che ridono in continuazione, mettendoci in continua difficoltà davanti alla macchina da presa”. Questo film mette in scena i rapporti umani all’interno della cornice dei social network: tra i due protagonisti, per esempio, uno è un tipo all’antica, l’altro è un iperconnesso supetecnologico. “Due personaggi antitetici” racconta ancora Max Bruno “che però hanno in comune una figlia, interpretata proprio da Teresa Romagnoli, diplomata alla Volontè e giovanissima”. Un film che nasce dalla tradizione della grande commedia e prende dichiaratamente spunto da un capolavoro di Ettore Scola come C’eravamo tanto amati, “per mettere in scena la commedia nel dramma e il dramma nella commedia attraverso battute e dialoghi che un po’ ricordano proprio l’impronta tragicomica di quel cinema”. Film che Max Bruno ha nel cuore come ha dimostrato raccontando l’esordio della sua carriera, il modo in cui è iniziata e il forte legame con il mondo del teatro, la vera ‘piazza’ che gli ha permesso di crescere e formarsi inizialmente come attore, ma poi anche e soprattutto come sceneggiatore e regista.
“Vengo da una generazione di persone che dovevano sopravvivere; eravamo tanti nella Roma degli anni ‘80 e ‘90 e per questo era difficile trovare degli spazi. Avevamo pochissimi direttori di teatri, più aperti verso i giovani che ci davano gratuitamente i teatri dove potevamo esibirci. Eravamo un gruppo folto, dove c’erano anche musicisti ed essendo la Roma post folk non c’erano locali disponibili per esibirsi. La mia formazione è iniziata in un laboratorio di teatro con Sergio Zecca e facevamo tanti spettacoli insieme. Io principalmente li scrivevo e in tutto facevamo non più di cinque spettacoli l’anno. Durante questo percorso, fatto di esibizioni e corsi teatrali, si è creata una grande compagnia in cui scrivevo e mi ritagliavo però anche una parte. Questo è stato per me decisivo nel percorso formativo: mi ha permesso di arrivare al cinema e di fare il mio primo film, Nessuno mi può giudicare”.
Proprio a proposito di Nessuno mi può giudicare Bruno ha spiegato quanto sia stata importante la commistione teatro-cinema e il rapporto con moltissimi compagni di percorso, come Paola Cortellesi: “La ciliegina che ho voluto mettere sulla torta per coronare il rapporto professionale con Paola, da sempre la mia protagonista ideale” racconta ancora “in un film per me importantissimo anche perché mi ha permesso di incontrare un’altra bravissima attrice, Anna Foglietta: entrambe non avevano mai avuto ruoli così importanti sul grande schermo”. Con Paola Cortellesi,poi, il bis per Gli ultimi saranno ultimi arrivato dopo 600 repliche a teatro.Non solo i successi da regista (è al suo quinto film) ma anche gli esordi da sceneggiatore nel suo racconto che ha ricordato l’inizio nel cinema, con la sceneggiatura di Notte prima degli esami. “Ricordo che Fausto Brizzi un giorno mi chiamò e mi disse che Gian Andrea Pecorelli voleva da tempo fare un film sull’esame di maturità e che lui era impegnato con la sceneggiatura di un altro film, quindi mi chiese di prenderne in mano la storia. Non avevo mai scritto per il cinema e la proposta mi colse impreparato. Il resto lo conoscete, nessuno voleva produrlo, poi fu poi un successo. E a quel punto dissi: beh quasi quasi mi metto a fare film…”.