
Venezia, 31 agosto (Fr. Pierl. Servizio video di Stefano Amadio) Il titolo del corto ”è un omaggio a uno dei racconti più belli della letteratura italiana del ‘900, Casa d’altri di Silvio D’Arzo ma rispecchia anche la necessità che avevo filmando di non entrare come un elefante dove è accaduto qualcosa di così terribile. Si cerca di bussare, serve lo sguardo giusto, rispettoso e non offensivo. Ho cercato di usare telecamera che è un’arma, con il massimo di pudore”. Lo spiega Gianni Amelio, che al lido riceverà anche il 3 settembre il premio Bresson, parlando di Casa d’altri, il suo primo corto, nel quale è tornato ad Amatrice ad un anno dal sisma che viene presentato come proiezione speciale furoi concorso
”Davanti a quello che ho visto ho cercato di rimanere freddo, senza farmi travolgere dalle emozioni, per non perderla quella rabbia. Volevo emergesse come di fronte alla natura, è l’uomo che sbaglia – aggiunge -. Non è il destino, il fato, che impone la tragedia, ma l’uomo che non la evita, speculando sugli altri uomini. Si pensa sempre che il disastro poi possa accadere in casa d’altri, non nella nostra”.
Nel film breve attraverso il filo narrativo costruito da Amelio, di un uomo anziano che ad Amatrice, gira per i luoghi del terremoto mostrando a tutti una foto, che non vediamo, scorrono varie testimonianze legata ai giorni del sisma, dal vigile del fuoco che racconta come una signora sia stata salvata dal miagolio del suo gatto, a una maestra che spiega come certe immagini lasciate dal terremoto abbiano avuto una ripercussione sui bambini. Fino a un lungo piano sequenza tra le macerie per le strade. ”Il corto dura circa 15 minuti, ero partito dall’idea di farlo lungo la metà, con poche scene potenti e le persone che parlavano. Poi una volta lì ho capito che sarebbe stato ancora più efficace il silenzio”. Per il regista però ”non ci si può fermare alla memoria, al ricordo. Basti pensare a ciò che è successo un paio di settimane fa ad Ischia. Mentre la distruttività del terremoto di Amatrice forse era inevitabile, ad Ischia invece sono crollate anche case costruite l’anno scorso, perché erano state edificate senza nessuna norma, nessun rispetto per la vita e questo fa aumentare la rabbia”.