
Diventano quindici i titoli già annunciati per Berlino: con il documentario su Lampedusa di Gianfranco Rosi altri otto i titoli per il concorso della 66ma edizione del Festival di Berlino. Quindi in totale quindici titoli provenienti dalla Bosnia Herzegovina, dal Canada, dalla Danimarca, dalla Francia, dalla Germania, dall’Iran, dall’Italia, dall’Olanda, dalle Filippine, dalla Polonia, dal Portogallo, da Singapore, Svezia, Gran Bretagna e USA.
Oltre al nostro Fuocoammare, di Gianfranco Rosi, gareggeranno dunque il portoghese Cartas da guerra di Ivo M. Ferreira, l’iraniano Ejhdeha Vared Mishavad! (A Dragon Arrives!) di Mani Haghighi, Hele Sa Hiwagang Hapis (A Lullaby to the Sorrowful Mystery), dalle Filippine, di Lav Diaz.
Tra gli autori più noti Thomas Vinterberg con Kollektivet (The Commune), Mia Hansen-Løve con L’avenir (Things to come) e André Téchiné con Quand on a 17 ans (Being 17). Il bosniaco Danis Tanović porta Smrt u Sarajevu / Mort à Sarajevo (Death in Sarajevo) e a chiudere il lotto troviamo Zjednoczone Stany Miłosci (United States of Love), co-produzione Polonia – Svezia di Tomasz Wasilewski.