Roma, 3 novembre- “La centralità dell’autore nell’era delle piattaforme e dell’intelligenza artificiale”: in un momento storico in cui le piattaforme streaming dettano le regole e l’intelligenza artificiale minaccia di sostituire lo sguardo umano, il festival rivendica il primato dell’autore. Non è un caso: i Balcani sono da sempre laboratorio di resistenza culturale, zone franche dove il cinema d’autore sopravvive contro ogni logica di mercato. Il workshop, che apre ufficialmente il festival, mette al centro questa domanda: può esistere ancora un cinema autoriale, personale, radicale? E se sì, dove?
A firmare il documento finale che chiede interventi in sede Europea per confermare la giusta strada di investimenti obbligatori da parte di piattaforme e broadcaster, previsti da direttive europee, e a riaffermare la centralità dell’eccezione culturale e dei sostegni alla produzione indipendente, il Chair (presidente) di FERA Fed. Europea degli autori europei, Bill Anderson, registi come Hrvoje Hribar, Klemen Dvornik, Elisaberth Sjaastad, Chiara Sambuchi, Maurizio Sciarra. I workshop chiedono alle associazioni nazionali degli autori di tenere desta l’attenzione verso le nuove normative sull’audiovisivo su cui la commissione Europea ha aperto una consultazione. Non deve passere l’idea che le piattaforme possano in alcun modo accedere agli aiuti previsti per la produzione indipendente.
Sono intervenuti al lungo e approfondito dibattito la regista Chiara Sambuci, membro del board di FERA, che ha restituito lo stato attuale delle regole europee; Alberto Pasquale, docente di economia dei media e consulente Lazio Innova, in merito a ruolo delle Film Commission, Bill Anderson regista e presidente di FERA, e tanti altri.
A presenziare i presidenti delle maggiori CMO balcaniche: Evien Dako (presidente FAAD, CMO Albanese) Lirak Celaj (presidente VAPIK, CMO Kosovara), Kiril Gjozev (presidente AZAS, CMO Nordmacedone), Gregor Štibernik, Presidente AIPA (CMO Slovenia) e membro del direttivo di SAA. Tutti hanno accettato la proposta presentata dal Direttore Mario Bova e da Maurizio Sciarra di rendere questo incontro istituzionale e periodico, ospitato e favorito Dall’Euro Balkan Film Festival
Dichiarazione finale
Nell’ambito dell’8ª edizione dell’Euro Balkan Film Festival di Roma si sono tenuti tre workshop sui temi della narrazione nell’epoca degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale, e sulla creazione di società di gestione collettiva del diritto d’autore fondate sulle associazioni di autori.
I partecipanti – tra cui il consiglio direttivo di FERA (Federation of European Film Directors), insieme a registi, produttori e membri di centri cinematografici dell’area balcanica – hanno discusso la situazione del settore audiovisivo europeo.
Al termine di un ampio e qualificato dibattito è emersa la seguente dichiarazione:
Si riafferma la centralità delle politiche europee per la regolamentazione e il sostegno del settore audiovisivo, essenziali per la creazione di un mercato e di un pubblico europei fondati sul principio dell’eccezione culturale.
I partecipanti all’incontro condividono la convinzione che il futuro della creazione audiovisiva europea sia sottorappresentato – se non trascurato – nelle attuali agende politiche e nelle normative europee in fase di elaborazione.
È necessario rafforzare la posizione complessiva della creazione audiovisiva all’interno della società europea. Il potere mobilitante e l’importanza sociale delle storie, delle immagini e delle voci europee sono oggi più necessari che mai, in un momento di fiducia infranta e di prospettiva offuscata sull’unità del continente.
Si invita la Commissione Europea ad aggiornare le proprie politiche in materia audiovisiva, sempre più influenzate da fattori quali:
La presenza di piattaforme di distribuzione – e ora anche di produzione – non nate in Europa, che operano con algoritmi e linee editoriali sviluppate al di fuori dell’Unione Europea. Questo comporta una delocalizzazione della narrazione europea oltre i confini continentali e conduce a un’omogeneizzazione della creatività, generando prodotti culturali che non riflettono né valorizzano la cultura e la diversità europee.
Pertanto, è necessario stabilire regole chiare e precise sulle attività produttive delle piattaforme che operano in Europa, riaffermando l’importanza dell’eccezione culturale come fondamento vitale per la futura esistenza del settore audiovisivo europeo. Si richiede con forza che venga definita la nozione di vero produttore indipendente europeo, come prerequisito per l’accesso alle misure di sostegno pubblico.
Gli operatori del mercato europeo devono essere soggetti a obblighi di investimento produttivo all’interno del territorio europeo. Tali investimenti hanno finora contribuito allo sviluppo di un’industria audiovisiva europea sana e alla crescita di un pubblico europeo capace di riconoscersi nella diversità delle narrazioni – nei contenuti, nei punti di vista e nelle lingue – radicate nelle storie e nella cultura del nostro continente.
Per gli autori e i produttori creativi europei, l’intelligenza artificiale deve rappresentare un’opportunità di crescita, non un sostituto della creazione libera. Devono essere sviluppati quadri etici e culturali per il suo utilizzo come strumento, nel pieno rispetto dei diritti d’autore.
Si rivolge un appello a tutti gli Stati membri affinché attuino e applichino le normative esistenti in modo completo e accurato, poiché spesso ciò non avviene. Si invita la Commissione Europea a non procedere con gli attuali progetti normativi senza un dialogo approfondito e strutturato con rappresentanti qualificati del settore produttivo e delle organizzazioni professionali. Si auspica che la Direttiva Europea sul Diritto d’Autore venga recepita al più presto da tutti i Paesi europei. Si incoraggia una più ampia diffusione della cultura audiovisiva europea, al fine di costruire un pubblico più competente, consapevole e attivo.
È necessario ristabilire una visione condivisa del settore audiovisivo come parte integrante della crescita culturale e civile degli europei.

