Roma, 18 ottobre- “Oggi ci domandiamo come avviene un femmicidio. Non è in un contesto di miseria umana, ma anzi può accadere in un contesto di benessere. È il potere maschile che pensa di poter disporre di tutto, in questo caso anche di un’isola. Loro appartengono a un mondo antico che però purtroppo continua a duplicarsi. E questo non è più tollerabile”. Parola di Jasmine Trinca, protagonista al fianco di Filippo Timi, dell’ultimo film di Andrea De Sica: Gli occhi degli altri. Presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Concorso Progressive Cinema, e prossimamente al cinema con Vision, il film si ispira liberamente al famoso caso di cronaca del delitto Casati Stampa, avvenuto nel 1970. Camillo e Anna erano una coppia dell’alta società degli anni sessanta: lui uno degli uomini più ricchi, lei una delle donne più belle d’Italia. Nel 1970 Anna viene ritrovata uccisa a colpi di fucile nello studio della sua casa a Roma insieme a un giovane ragazzo. È il marchese a sparare a entrambi, togliendosi la vita subito dopo.
“Sono partito da un’immagine degli anni sessanta di una certa spensieratezza e ho cercato poi di distorcerla- racconta il regista-. Mi sono avvicinato a questa storia non tanto leggendola, ma esplorando e scoprendo i luoghi in cui è avvenuta. Mi sono ritrovato un’estate nella villa abbandonata di Zannone, dove i marchesi Casati-Stampa solevano andare a cacciare, una villa fascinosa e sinistra che poteva diventare il palcoscenico di una tragedia che si consuma lì sotto il sole accecante. Un incubo che avviene sotto la luce del sole. Questa è l’immagine che mi sono portato sempre dentro di quella vicenda di cui si sanno notizie molto scarne. Abbiamo fatto uno sforzo non di cronaca, ma abbiamo cercato di entrare in modo avventuroso e rischioso nella complessità di un rapporto fatto di amore e violenza al tempo stesso”.
E Filippo Timi dice: “Il mio è un personaggio solo. È quasi shakespeariano, ma tragicamente reale. Era anche imbarazzante spogliarsi sia per la nudità, sia per raccontare un sovra umanismo: un uomo e una donna che si sentono quasi divini. Ma fare un film è sempre imbarazzante perché devi incarnare dei sentimenti dolorosi e estremi”. Infine riguardo il titolo Andrea De Sica commenta: “Si chiama Gli occhi degli altri perché è un film sullo sguardo altrui. È anche un po’ il mio film sul fare cinema. Ho cercato di mantenere una lucidità e un distacco su questa tragedia che è in atto dall’inizio del film. Non è nostalgico, è su un passato contemporaneo. Ho fatto un incubo sotto la luce del sole, sugli scogli. Il mio riferimento lo trovo nella tragedia greca”.
Il film è scritto da Gianni Romoli, Silvana Tamma e Andrea De Sica, da un soggetto di Romoli e De Sica. Nel cast anche Matteo Olivetti, Anna Ferzetti, e con la partecipazione di Vincenzo Crea.
Gli occhi degli altri è prodotto da Vivo film, Wildside, società del gruppo Fremantle, e Vision Distribution in collaborazione con Sky. I produttori sono Marta Donzelli, Gregorio Paonessa e Sonia Rovai.

