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Milani apre la Festa del Cinema di Roma con ‘La vita va così’

Roma, 15 ottobre- “Ho cercato di raccontare una storia esemplificativa e significativa per tutti. Il coraggio è una cosa portante un valore in cui credo e che manca un po’ a tutti noi”. Così Riccardo Milani che oggi apre la 20edizione della Festa del Cinema di Roma con il suo film ‘La vita va così’, nelle sale il 23 ottobre distribuito da Medusa e PiperFilm. Protagonisti da un lato Virginia Raffaele, nei panni della figlia del pastore Efisio Mulas (interpretato da Giuseppe Ignazio Loi), custode insieme a suo padre di una Sardegna del Sud piena di animali, di coste incontaminate e di un tempo che sembra non esistere più; dall’altra Diego Abatantuono e Aldo Baglio, rispettivamente nei panni del presidente di un potente gruppo immobiliare e del capo cantiere mandato, direttamente da Milano, nella missione impossibile di fare cedere quell’ultimo lembo di terra a un’Italia lanciata verso il futuro e decisa a trasformare quella terra in lusso. Due mondi inconciliabili che si scontreranno. “Dieci anni fa ho letto questa storia- racconta Milani, che ha scritto anche la sceneggiatura a quattro mani con Michele Astori-. Conosco bene quei posti e la spiaggia di Tuerredda. Credo nelle persone e nella potenzialità che hanno dentro di dare un segnale”.

E poi: “Questa è una vicenda vera che si svolge ancora. C’è stata una sentenza. Ma c’è anche una buona parte della gente che vuole mantenere in piedi quel resort. Ho scelto di raccontare tutto questo attraverso la commedia per fare divertire il pubblico. C’è forse una nota di amaro in più. Mi dà sofferenza e dolore vedere nel mio paese gente senza lavoro e qui ho cercato un punto di incontro tra persone agli opposti. D’altronde il confronto penso sia necessario per uscire fuori da molte situazioni”.
E Diego Abatantuono: “La commedia è la forza del cinema italiano. Il mio personaggio è convinto di essere nel giusto, ma si scontra con questo pastore unico e resistente con una sua anima e una sua forza che alla fine convince tutti”. Mentre Virginia Raffaele, al suo secondo lavoro con Milani dopo ‘Un mondo a parte’ (2024) al fianco di Antonio Albanese, dice: “Questo è il metodo Milani. Oltre alla possibilità artistica c’è la possibilità umana che ti trovi a vivere in queste situazioni. Dopo un po’ di settimane mi sono stupita di capire quello che diceva Giuseppe Ignazio Loi”. E il pastore sardo 84enne dice: “Apprendi subito quello che senti. Avevo paura di questo lavoro molto pesante. Poi mi sono impegnato e ce l’ho fatta”.

E sulla sua seconda collaborazione con Virginia Raffaele Milani dice: “Ho già lavorato con lei e ho capito che lei un po’ questo dolore se lo trascina dietro. Ha una grande capacità di adattarsi ai dialetti e alla gente che incontra. È molto popolare e simpatica alla gente. Sono anche stato felicissimo di lavorare con Geppi Cucciari. Fare impersonare il ruolo della giustizia da una sarda è stato importante per me”.
Infine sull’assenza della politica nel film conclude: “La politica è presente in termini di amministrazioni locali. L’assenza è già un elemento significativo perché queste persone decidono di sé stesse un po’ da sole. Un uomo con la quarta elementare riesce a fermare un’operazione di quel tipo e una giudice, una rappresentante del territorio, trova una strada. Lo Stato lì è lontano e arriva poco”.

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