Roma, 8 ottobre -Nel nostro Paese, il 38% degli italiani ha commesso un atto di pirateria. A causa di questo fenomeno, solo nell’ultimo anno il settore dell’audiovisivo ha perso 1,1 miliardi di euro, mentre sono oltre 2,2 miliardi le perdite per l’economia complessiva causate da questo atto illegale. E soprattutto: 12mila posti di lavoro persi.
Contemporaneamente però, nel nostro Paese c’è stato un’accelerazione dei controlli e degli strumenti che ha ottenuto grandi risultati. Di meccanismi e salvaguardia del mondo dell’audiovisivo, di risultati e prospettive future si è parlato ieri, nell’ambito dell’undicesima edizione del MIA- Mercato Internazionale Audiovisivo, durante l’incontro “IF YOUR CONTENT IS STOLEN, WHO YOU GONNA CALL? Exploring new tools and mechanisms for safeguarding audiovisual content”, promosso da ANICA (Associazione Nazionale e MPA (Motion Picture Association) in collaborazione con Fapav, la Federazione per la tutela delle industrie, dei contenuti audiovisivi e multimediali, assieme agli a tutti gli attori coinvolti: dalla magistratura alle forze dell’ordine, passando per le istituzioni e le aziende del settore.
La lotta alla pirateria come condizione imprescindibile per la sopravvivenza dell’intero comparto, dunque. L’ha detto chiaramente il presidente Anica, Alessandro Usai: “Anica è uno di soci fondatori di Fapav e la ragione di questa partecipazione fin dall’inizio è che la pirateria è un danno clamoroso per il nostro settore. La pirateria nel nostro sistema, se non gestita, ha tempi infiniti per fare danni, non soltanto il tempo della fruizione in diretta”.
Tuttavia, l’Italia si presenta anche come capofila, in questa lotta: “Voglio ricordare una cosa: noi italiani spesso ci lamentiamo di essere fanalino di coda in tutto, siamo poco fieri delle cose belle che riusciamo a fare, invece, grazie alla Fapav, in Italia siamo riusciti ad ottenere, grazie al Piracy Shield, la possibilità di rimuovere i contenuti in 30 minuti. In 11 anni siamo passati da 30 giorni a 30 minuti. Una differenza abissale che può fare alla pirateria un danno gigantesco£. Molto soddisfatto anche Federico Bagnoli Rossi, presidente Fapav: “E’ stata una giornata molto importante per noi, perché poter portare per la prima volta al MIA la testimonianza del lavoro fatto – non solo da Fapav ma dal nostro Paese – per proteggere l’industria dei contenuti, “l’industria delle emozioni”, ci fa particolarmente piacere”.

